Ci ha messo meno di ventiquattr’ore a conquistare la capitale. Michelle Obama, ormai accolta ovunque con un’adorazione da regina pop, ha incantato le sue ospiti, gli addetti alla sua sicurezza e i romani che hanno avuto la fortuna di vederla nel suo giro turistico di mercoledì pomeriggio a Roma.
Partita da Washington con un abito rosso fuoco, l’apertura del portellone dell’Air Force One a Ciampino la svela con uno sfolgorante tubino giallo, su cui risalta un vistoso fiore verde. Stessa mise sfoggiata durante la visita in un Campidoglio blindatissimo per lei e per le altre first ladies che si sono trattenute a Roma mentre i loro mariti discutono dei destini del mondo al vertice del G8 a L’Aquila. Il giallo è evidentemente un colore al quale la first lady americana più amata dopo Jackie Kennedy è molto legata: la ricordiamo alla cerimonia ufficiale per il giuramento di Barack Obama, lo scorso venti gennaio, un raggio di sole a illuminare l’inizio della grande avventura del marito.
Le sue ospiti a Roma fanno a gara a trovare aggettivi di elogio: Clio Napolitano, anziana militante comunista, l’ha trovata “espansiva, brillante, cordiale”, Isabella Rauti, figlia e moglie di due “cuori neri”, ha sottolineato la sua capacità di non essere “mai banale”, il marito Alemanno ha rivelato un monito della first lady a “trattare bene sua moglie”, perché – ha aggiunto – non è facile essere la compagna di un primo cittadino.
La signora Obama non ha deluso le aspettative: è stata un’ospite affascinante, di classe, e al tempo stesso disponibile e alla mano, nonostante le imponenti misure di sicurezza che la circondavano. La città eterna l’ha incantata: dopo aver disdetto una passeggiata di shopping a via Condotti – chissà, magari le sarà sembrato poco opportuno visti i tempi di crisi – ha chiesto di visitare il Colosseo e ha portato le figlie Sasha e Malia in un tour da “vacanze romane” d’altri tempi. Amante della cucina nostrana – il ristorante preferito della coppia presidenziale è proprio un ristorante italiano di Chicago – è praticamente piombata senza (quasi) preavviso in una trattoria alle spalle del Pantheon, per gustare in mezzo agli sguardi attoniti del personale e dei clienti i piatti della cucina romana.
Un ciclone in giallo, insomma: L’Aquila la attende, nelle prossime ore, in un clima non proprio sereno e rilassato. Ma l’impressione è che questa signora, diventata ormai la first lady che tutti i paesi vorrebbero avere, troverà il modo di illuminare con i suoi raggi – caldi e mai retorici – anche la splendida città abruzzese ferita a morte dal terremoto dello scorso aprile.