Dopo il mezzo flop del concerto “Corale per l’Abruzzo” organizzato sabato scorso all’Olimpico di Roma da artisti del calibro di Renato Zero, Claudio Baglioni, Pino Daniele e altri con lo scopo di raccogliere fondi per ricostruire l’Università de L’Aquila, le amiche di Milano hanno fatto centro e hanno riempito S. Siro, raccogliendo un milione e mezzo di euro, che andranno alla scuola elementare “De Amicis” del capoluogo abruzzese.
Non si sono risparmiate Fiorella Mannoia, Giorgia, Gianna Nannini, Elisa e soprattutto Laura Pausini (foto), la vera anima di quest’iniziativa, che aveva cercato di coinvolgere anche Mina invitandola ad abbandonare il suo esilio svizzero per una buona causa. “Quando si lancia un evento del genere – queste le parole della Pausini a La Repubblica, a proposito del parziale insuccesso dei colleghi uomini a Roma – noi artisti dobbiamo spenderci fino in fondo per fare promozione, forse un po’ è mancato questo”.
Il concerto, durato sette ore, ha coinvolto, oltre alle cinque madrine che hanno dominato il palco in prima serata, 44 cantanti in tutto, che si sono avvicendate per ore sul palco con i loro successi, brani vecchi e nuovi e inedite collaborazioni con colleghe mai incrociate prima su un palco. Notevole, ad esempio, il quartetto Nada-Consoli-Turci-Rei che hanno proposto “Ma che freddo fa” di Nada e “Bambini” della Turci.
Sul palco hanno trovato spazio nuove leve della musica femminile italiana – Arisa e Noemi, tra le altre – accanto ad antichi fasti che da un po’ non si vedevano in giro – Jo Squillo e Donatella Rettore. Ma ad incantare lo stadio sono state soprattutto le cinque artiste principali, le “amiche” della Pausini che, dopo essersi alternate in duetti inediti, hanno cantato assieme “Quello che le donne non dicono” della Mannoia, chiudendo il concerto con la canzone scelta dagli ascoltatori delle dodici radio che hanno mandato in diretta il concerto, “Il mio canto libero”.
“Amiche per l’Abruzzo – aveva detto qualche giorno fa Gianna Nannini – non è un concerto sessista”, ma piuttosto un segnale dell’impegno delle donne in un’iniziativa di beneficienza. Il paragone con l’impresa dei maschietti all’Olimpico è forse impietoso, ma che dire… quando le donne si mettono insieme non ce n’è per nessuno!