Il primo passo è saper trasformare la sensazione in percezione, cioè la presa di coscienza. Tutt’altro che semplice. Ma è fondamentale per trovare se stessi. E’ come una sorta di auto-confessione, un’epifania da cui poi, seguono i passi successivi di un percorso difficile, doloroso, lungo.
Il giorno in cui Nidia, Serena, Rosanna e Rosalia nacquero, i loro familiari, probabilmente, sulla soglia di casa appesero un bel fiocco rosa. Forse è proprio da lì, se non prima, che le quattro bambine avrebbero deciso per un altro colore, l’altro, l’unico alternativo possibile.
Oggi loro si chiamano David, Gabriele, Mirko, Davide, si sentono uomini, ma non lo sono ancora effettivamente, almeno non tutti, perché, in attesa della loro seconda nascita (da fiocco celeste) sono transgender, a livelli diversi. La cosa che accomuna i quattro protagonisti è una certezza: cambiare sesso. Insomma, vogliono mutare in modo definitivo e irreversibile la propria identità “sbagliata”, ma non perché rinnegata, tutt’altro, rivogliono quella in cui si identificano: loro sono uomini, non donne, ma dolorosamente nati donna. La loro vera identità è quella maschile, purtroppo travestita da donna.
Le loro storie sono raccontate con onestà, amarezza e dignità in un docu-reality tutto italiano, Uomini nati donna, prodotto da Greed per Fox Channels Italy, in onda su Cult (canale 131 di Sky) ogni lunedì alle 22:00.
L’aspetto più interessante del programma è che i quattro episodi, in cui ciascuno dei protagonisti racconta se stesso, trattano quattro fasi differenti di un percorso comune.
Nidia ha 28 anni, è nata a Bogotà ma vive a Roma. Il suo percorso di rinascita è appena iniziato, ma già si fa chiamare David. Ha preso da poco contatto con il SAIFIP (Servizio per l’Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica), servizio di consulenza e sostegno del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica dell’Azienda Ospedaliera S.Camillo Forlanini di Roma. Qui, ha chiesto la rettificazione di attribuzione di sesso (Rcs), secondo la legge n. 164/82 e l’endocrinologo ha dato il via alla terapia ormonale. E’ solo l’inizio e ora a Nidia-David spetta il difficile passo successivo: informare la sua famiglia. E’ il secondo, difficile coming out, dopo quello che c’è stato con se stesso.
Gabriele ha 32 anni, è romano, vive da solo nel quartiere Laurentino della Capitale. Il 14 agosto 2007 ha iniziato la terapia ormonale e ora è un po’ ingrassato, la muscolatura si è potenziata, ha l’acne. Però l’immagine di Serena si sta allontanando mentre lui si è avvicinato alla sua passione, ora lavora: allena diverse squadre di rugby a Villa Pamphili. Sta cercando un avvocato per presentare la richiesta di cambio sesso, ma nel frattempo, rifiutando l’idea che lo Stato decida per lui, si è autobattezzato Gabriele.
Mirko-Rosanna ha 33 anni, è di Latina ed è un cantante. La sua voce è cambiata, da quando, nel 2004 iniziò la terapia ormonale, però canta ancora. Mirko non ha più il seno, né l’utero e nemmeno le ovaie. Sta aspettando l’intervento di falloplastica. Da un anno attende anche i documenti da uomo. Nella sua carta d’identità, infatti, c’è un nome di donna, una foto di uomo e alla voce segni particolari si legge: “sembianze da uomo”.
Rosalia ha 46 anni, era (ma ancora è) di S.Benedetto del Tronto. Legalmente Rosalia non c’è più, perché al suo posto è rinato Davide, che fa l’operaio in una fabbrica di pelletteria. Davide, come ogni uomo ha il pene, sta solo aspettando l’ultima operazione chirurgica che gli regalerà la sua prima vera e propria erezione.
Quattro uomini, quattro ex donne e quattro tappe obbligatorie da affrontare, Uomini nati donna racconta quattro viaggi unici, diversi ma simili tra loro. Un unico percorso di trasformazione personale, tra dubbi e paure che a volte sembrano insormontabili, con difficoltà di ordine giuridico, medico, psicologico e sociale. Ma tutto fatto con determinazione e dignità, perché quel fiocco rosa in realtà avrebbe dovuto essere blu, da sempre.