“La ricerca di Marc Quinn, anche se apparentemente sembra orientata sul bagliore dell’effetto, della sorpresa, dello scandalo, in realtà vuole sfruttare l’evidenza di certi “inganni” linguistici per spezzare la spirale transitoria dell’attualità e misurarsi con il grande mistero della storia”. Danilo Eccher
Una straordinaria mostra presso la Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti del Comune di Verona celebra Marc Quinn, uno degli esponenti più originali della Young British Art, tra i maggiori artisti a livello mondiale. La rassegna, curata da Danilo Eccher, è stata selezionata come evento collaterale alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte- La Biennale di Venezia.
Marc Quinn sarà presente a Verona con una completa selezione di opere in un evento espositivo che darà alla città una prestigiosa rilevanza internazionale. La mostra si sviluppa lungo un percorso che coinvolge i principali siti storici della città con cui dialogano alcune grandi installazioni di Marc Quinn, posizionate nella cornice scenografica dei monumenti più rappresentativi.
Il percorso si completa, infine, nella mitologica Casa di Giulietta, “cuore” della rassegna, dove è esposta, accanto ai suoi più celebri lavori – come il ciclo straordinario dedicato ai Flowers Paintings – anche una serie di opere inedite e l’importantissima Siren, realizzata in oro massiccio, esposta tra dicembre 2008 e gennaio 2009 al British Museum di Londra.
Il collegamento tra i luoghi fisici e ideali del percorso sta proprio nel tema scelto dal curatore e dall’artista stesso: il Mito.
Marc Quinn nasce a Londra nel 1964. Raggiunge la notorietà all’inizio degli anni novanta, protagonista della Young British Art (di cui fanno parte artisti come Damien Hirst e Tracey Emin), con opere di grande sensazionalità mediatica, sorprendenti o drammaticamente paradossali, la prima delle quali fu Self, che riproduce la sua testa ottenuta con 5 litri del suo sangue congelato, mentre la più recente, Sky, come un inquietante leitmotiv, ricostruisce la testa del figlio dell’artista utilizzando la placenta ed il cordone ombelicale del bambino.
Nel 2005 realizza Sphynx in cui la modella Kate Moss, presentata in una contorsionistica posa yoga, diviene un simbolo contemporaneo di bellezza assoluta, “una figura eroica e ultraterrena”. Tale effige viene poi ripresa nella famosa Siren, esposta recentemente al British Museum di Londra, in cui “la statuaria eleganza della modella è plasmata nell’adorazione estatica dell’oro zecchino” .
Quinn utilizza anche tecniche "tradizionali" in senso concettuale e simbolico: la famosissima Alison Lapper, esposta nel settembre del 2005 a Trafalgar Square, è il calco in marmo bianco di Carrara del corpo nudo di una amica artista, una donna focomelica e felicemente incinta, e fa parte della serie “The complete Marbles”, in cui, appunto, persone affette da malformazioni fisiche sono rappresentate come naturali discendenti dei modelli delle sculture classiche.
L’artista inglese spazia da sempre anche nel campo della pittura, delle stampe e della fotografia, sono ad esempio celebri le serie ‘macro’ di fiori coloratissimi e un po’ minacciosi.
IL MITO MARC QUINN
Verona, Casa di Giulietta (e altri siti)
23 maggio – 27 settembre 2009