Sono passati venticinque anni da quando una delle menti più lucide ed acute del nostro tempo si è spenta. Fortunatamente possiamo ancora giovare del suo lascito: una serie di scritti che indagano le evoluzioni della politica in maniera a dir poco stupefacente. Pochi hanno avuto la capacità di Foucault di saper trarre presagi sul futuro dall’analisi del proprio tempo. Pochi come lui hanno affrontato temi così pregnanti come la malattia mentale e la sua gestione; la sessualità; la repressione ed i metodi punitivi; la politica e le tecniche di governo.
A lui si deve la creazione del concetto di biopolitica e la brillante analisi delle pratiche di gestione della popolazione che noi oggi subiamo; quella costante situazione di controllo, repressione ed inquadramento (nelle sue parole quadrillage) in cui i governi hanno trasformato le nostre vite.
Continua così a stupirci questo filosofo, anche se il termine è riduttivo, con le sue opere. Ultima, in ordine cronologico di pubblicazione in lingua italiana, è “La strategia dell’accerchiamento. Conversazioni e interventi 1975-1984”, edita dalla :due punti edizioni di Palermo. Questo interessantissimo volume raccoglie parte degli scritti della monumentale raccolta dei “Dits et Ecrits” (Detti e scritti), tutti inediti in Italia.
La raccolta ribadisce il suo impegno civile, forte del sacro fuoco della passione, e la sua tagliente (nel senso più ampio del termine) analisi della società disciplinare. Foucault continua ad essere così, sul terreno dell’agire politico, un punto di riferimento imprescindibile per comprendere il nostro tempo ed offre strumenti teorici preziosi per l’esercizio di una lucida coscienza critica, capace di offrire orientamento nella nostra babelica società ultracontemporanea.
Da questi interventi tratti da giornali e riviste (vero e proprio esempio di un giornalismo che va ormai scomparendo) emerge anche la capacità dell’autore di anticipare temi di estrema attualità, come la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia; la questione dei diritti umani; le limitazioni delle libertà personali imposte dalla lotta al terrorismo (prendendo spunto in particolare dalla vicenda della Banda Baader-Meinhof) ed i problemi dei rifugiati e dei migranti (c’è qualcosa di più attuale?).
Ci preme qui anche elogiare l’opera della piccola casa editrice :due punti. Nata per volontà di tre giovani palermitani, Andrea Carbone, Roberto Speziale e Giuseppe Schifani, da un laboratorio di sperimentazioni artistiche e letterarie che opera in quella città dal 1995; si occupa di proporre a noi lettori quei piccoli preziosi che sfuggono agli ingranaggi delle classifiche. La casa editrice ha prodotto in pochi anni un catalogo di tutto rispetto. Tra i loro autori il premio Nobel per la letteratura 2008 , Le Clèzio, del quale hanno pubblicato nel 2005 “Il verbale”; lo scrittore di culto ceco Patrik Ourednik ed ora anche l’intellettuale francese e lo scrittore e drammaturgo Alfred Jarry. Di quest’ultimo la :due punti ha da poco fatto uscire “Scritti ‘patafisici”, un’opera che raccoglie parte del pensiero di uno degli ispiratori di menti come Raymond Queneau, Boris Vian, Daniel Pennac ed Umberto Eco.
Ovvio a questo punto suggerirvi di sostenere il loro lavoro.