Nigeriano lui (Kele Okereke) , inglese l’altro (Russel Lissack). Correva l’anno 1998 e i Block party, gruppo inglese di genere Indie Rock, venne alla luce in quel di Londra. Tanto tempo è passato da quei giorni, e tane prove hanno dovuto affrontare gli amici, ai quali si sono uniti il bassista Gordon Moakes e il batterista Matt Tong.
Nel 2003 arriva la svolta: il loro album di debutto “Silent Alarm” diventa un successo, consacrandoli sulla scena nazionale britannica e internazionale, anche se fanno fatica ad imporsi negli Stati Uniti.
Il loro secondo album invece è più una prova di maturità. “A Weekend in the City” infatti risulta essere più impegnato, sia dal punto di vista musicale con nuovi sound e sperimentazioni che per ovvi motivi non furono possibili nel debutto, sia da quello di contenuti, poiché i testi parlano spesso delle piaghe che colpiscono la “moderna civiltà, sazia di tutto, e capace solo di giudicare.” Giù dunque con discorsi sulla religione, la politica, l’omosessualità e il razzismo…insomma un album che guarda dentro, che analizza l’anima.
In fase di ultimazione il loro terzo lavoro in studio, supervisionato da Paul Epworth e Jacknife Lee, del quale è già uscito il singolo Mercury in diversi formati, tra cui vinile 12” a quello da 7” con una B-side track, Itunes. Tale album dovrebbe prendere una strada più netta verso l’elettronica, anche se tale voce è stata smentita dal gruppo che lo annovera come un prodotto totalmente nuovo, differente da tutto ciò che hanno suonato finora. Il titolo, quanto la data di uscita rimangono ignoti, anche se l’album dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2008.