Certo Bollywood non è più quella di una volta. Le figurine gesticolanti dalle espressioni esasperate, pur conservando il loro fascino ‘esotico’, abbandonano l’ingenua ‘pantomima’ e si trasformano in accattivanti icone di modernità. Ma se la cultura occidentale ha così influenzato il cinema indiano, la febbre per Bollywood ha contagiato tutto il globo con le sue atmosfere ‘odorose’, tintinnanti, colorate e la sua musica trascinante. Tanto che divi come Will Smith, Silvester Stallone ed Arnold Schwarzenegger hanno firmato, negli anni, divertenti collaborazioni con l’industria culturale di Bombay, il cui carattere – si sa – non rinuncia mai a musica e danza.
E, a proposito di canto e ballo, stavolta a fare la valigia è la pop-star australiana Kylie Minogue, ingaggiata da Bollywood per uno dei film più costosi mai prodotti nei propri studios. Si chiama “Blue” ed è girato a Mumbai dal regista Anthony D’Souza che ha ritagliato per lei un ruolo di item girl che comprenderà anche un duetto con il celebre cantante locale Sonu Niggam. Un illustre cammeo che, sebbene sia stato precedentemente rifiutato da Madonna e Rihanna, fa gola alla cantante a cui, a quanto pare, non importa di essere una ‘terza scelta’.
Come darle torto, dato il cachet di 1 milione di euro per 8 giorni di riprese (su un budget colossale di 30 milioni per l’intera produzione!) e – perché no – il fatto di prestare voce e fattezze ad uno dei più grandi adattamenti letterari di un cinema che sta spopolando in tutto il mondo. Tratto da un’opera di Robert Benchley (autore de “Lo squalo”) ed ambientato ai Carabi, il kolossal comprende le personalità più in vista dello star-system bollywoodiano. A vestire il shari insieme a Kylie saranno infatti Katrina Kaif, Lara Dutta ed il bellissimo Akshay Kumar, di cui l’australiana icona di stile mondiale è da tempo fan sfegatata.
In effetti, frugando nella sua incredibile carriera, meritevole dei titoli di “Membro dell’Impero Britannico” e “Cavaliere Delle Arti e Dello Spettacolo Nazionale” francese, spunta un album, “Impossible Princess” (Decostruction,1998), testimone della sua passione per la cultura indiana e le sonorità indie-pop elettroniche. Un disco di scarso successo, giudicato “maturo” dai critici, “datato” dal pubblico e “sconveniente” dalla corona inglese, all’epoca appena colpita dal lutto per Lady D. L’album, diffuso dal mini-tour “Intimate&Live”, fu ritirato dal mercato in pochi giorni, pur essendo il più autentico e personale, perchè scritto interamente dalla Minogue. A ben guardare Kylie, a cui i milioni certo non mancano, potrebbe avere avuto, oltre ai soldi, ben più di una ragione per tuffarsi a capofitto nello “speziato” calderone della settima arte bollywoodiana.