Le nuove generazioni non erano ancora nate quando Kathy Kane, in arte Batwoman, appariva per la prima volta sulle pagine firmate Dc Comics, ospite del suo famosissimo alter-ego maschile, Batman. Era il 1956 e, da allora, l’eroina appare più volte come controparte femminile di Bruce Wayne, il cui nome – guarda caso – fa rima con il suo, subendo negli anni diverse modifiche, ma restando tutto sommato sempre ai margini. Fino a che Grant Morrison, sceneggiatore scozzese dell’ultima serie, non decide di scagliare nel vuoto un Bruce Wayne privo di maschera e costume, decretandone la morte, dopo 60 anni di gloriosa carriera (almeno così lascia pensare… con i super-eroi non si sa mai!).
Ma niente paura, a vegliare al posto suo su Gotham City sarà proprio lei, Batwoman, che oggi festeggia la definitiva promozione, in un fiammante restyling rouge-et-noir, firmato dall’iperrealista Alex Ross. Chioma lunga, bruna e riccia, ‘seconda pelle’ nera che scolpisce i muscoli statuari, come per il ‘fu’ uomo pipistrello, ma con accessori, mantello e stemma rosso fuoco.
La notizia oltrepassa gli oceani, destando non poco scalpore in un pubblico che, tutto al più, si aspettava di vederla prima o poi irretire lo scapolo d’oro Wayne e magari portarlo all’altare. Niente di più lontano dalla realtà, o meglio dal fumetto, visto che l’eroina, come lui appartenente alla crème americana, priva di superpoteri, ma scaltra, intelligente e facoltosa, è anche felicemente e dichiaratamente lesbica. Al suo fianco nei prossimi albi ci sarà, infatti, una compagna, la ex-detective Renee Montoya, nonché all’occorrenza una Cat-woman di cui Kate subirà naturalmente il fascino ‘graffiante’.
Una trovata che manda in ‘brodo di giuggiole’ l’intero mondo omosessuale e che va ben oltre la mera strategia di marketing di un rilancio editoriale. Non è la prima volta che i comics accolgono protagonisti omosex (mezzo secolo fa già qualcuno malignava sugli stessi Batman e Robin) come Gea e Legs Weaver (Sergio Bonelli) o Northstar degli Alpha Flight (Marvel), ma mai come oggi una lesbica in calzamaglia assume tale rilievo nella lotta al crimine di cellulosa. Un posto d’onore, nell’intero scenario fumettistico che dimostra ancora una volta di saper traghettare fermenti e problematiche sociali spesso meglio d’altri media, come la televisione.
Sarà per questo che, rispetto a qualche decade fa, i supereroi attuali appaiono più introspettivi e problematici, mentre combattono mostri peggiori di quelli che minacciavano il mondo di Superman o dell’Uomo Ragno. Al posto di criminali da strapazzo, spuntano politici corrotti e pregiudizi sociali, razziali e sessisti. Ed ecco che una donna, per di più lesbica, rappresenta per i geni della Detective Comics la sola risposta in grado di raccogliere l’eredità del super-eroe più amato del secolo (come dimostra il record di vendite e download illegali dell’ultimo “The dark night” – Christopher Nolan, 2008). Lunga vita alla nuova regina di Gotham City!