Tanto da vedere e tanto da fare a Bangkok significano soprattutto una cosa: spostarsi di continuo. E in una metropoli così densa e animata spostarsi significa scegliere percorsi e mezzi di trasporto sempre diversi dal ricco e curioso menù in movimento che la città offre, anzi impone. Ed è una bella notizia per il viaggiatore: avrà modo di vedere da dentro, nel vero senso del termine, che la città non sta mai ferma. Sfrecciare o muoversi a passo d’uomo su acqua, ferro o asfalto sono solo alcune delle variabili. Tutto il resto si vede al momento: tra un semaforo, un elefante con gli stop lampeggianti sulla coda e un tuktuk che ti sfiora a pochi centimetri. I taxi, innanzitutto: quelli ufficiali sono i taximeter dai colori sgargianti (lilla, rosso, gialloverde). Vetture sempre moderne e pulite, rappresentano l’opzione ideale per le ore non di punta.
I tuktuk, invece – sorta di api a tre ruote – vanno presi una volta, giusto per rendere il dovuto omaggio alla curiosità e all’iconografia delle metropoli asiatiche. Si risparmia poco tempo rispetto ai taxi, si respirano gas combusti e si vede poco (il tettuccio è troppo basso). Molto meglio i mototaxi: agli incroci più frequentati e davanti agli snodi importanti si notano subito: da un lato i motorini, dall’altro le casacche fluorescenti dei proprietari. Per un centinaio di bhat portano il passeggero a destinazione infilandosi nel traffico con manovre che ricordano il modo nostrano di guidare e intromettendosi spesso in cortili, garage e pertugi inaccessibili alle quattro ruote.
E le rotaie? Se si scende sotto il livello della strada l’ottima metropolitana (MRT) è una buona alternativa all’asfalto. E un’opera di alta ingegneria: la città poggia su pochi centimetri di terra asciutta, il resto è una massa umida in cui bisogna inventarsi fondamenta solide (per i palazzi) e tunnel stagni (per i vagoni). Il vanto di Bangkok è lo skytrain (BTS), due linee sopraelevate che scorrono – silenziose e precise – anch’esse nella parte orientale della capitale per incontrarsi alla stazione Siam. Il Chao Praya, infine, è un’arteria a sé: i vaporetti si muovono a intervalli regolari lungo tutto il corso cittadino del fiume. Dal molo meridionale di Sathorn, passando en route per templi e grattacieli e sotto a enormi ponti, fino a Thonburi e oltre.