Se si pensa ad una rock band, saltano in mente eccessi, fama, apparizioni in pubblico, gossip e quant’altro contorna la vita di ogni rockstar che si rispetti. Invece, nel caso delle The Accolade la situazione è ben diversa. Innanzitutto la band, interamente al femminile, rifiuta gli eccessi della droga (in tutte le sue forme, anche quelle legali come alcool e sigarette), è costretta a provare in segreto e durante le performance live nei locali underground di Jedda, le quattro rockers devono portare l’Abaya (una veste nera che copre interamente il corpo, tipico capo saudita mirato anche a celare le forme femminili).
Nonostante le pesanti restrizioni Dina, Lamia, Amjad e Dareen, queste le componenti della band, continuano ad infiammare i palchi dell’Arabia Saudita e gli animi dei loro spettatori. Le quattro studentesse della King Abdulaziz University, hanno deciso di ispirarsi per il nome del gruppo e per le tematiche trattate, al famoso pittore romantico inglese Edmund Leighton, in particolare al quadro The Accolade, che rappresenta un’eterea e bellissima principessa intenta ad investire un cavaliere del suo rango.
Il loro look, a parte l’Abaya che le copre il corpo, è al di fuori della legge coranica che vige in Arabia, infatti le giovani donne sfoggiano orgogliosamente le loro acconciature ed i loro piercing sul volto, mentre la quasi totalità delle donne arabe deve coprirlo le rare volte in cui si presenta in pubblico. Non si pensi però a dei ribelli impenitenti, le quattro precisano: “Rispettiamo le nostre tradizioni”.
Il primo singolo della band, Pinocchio, è diventato una hit underground, con circa 200.000 download, disponibile sulla loro pagina di Myspace. La formula è quella del rock più classico, ma per un paese conservatore come l’Arabia, è una vera e propria rivoluzione. Con questo non si voglia fare dello squallido etnocentrismo, infatti la nazione ha una crescente scena rock ed una fiorente scena hip-hop, nonostante la polizia religiosa – il Comitato per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio – continui a sorvegliare questo tipo di attività. Fortunatamente in città grandi e cosmopolite come Jidda il controllo è meno severo.
La situazione è ben rappresentata da Dina, fondatrice e chitarrista del gruppo: “La generazione che sta crescendo è diversa da quella là fuori. Tutto sta cambiando. Forse tra 10 anni sarà ok avere un gruppo e fare concerti dal vivo”. Ed ecco che spuntano dal deserto dei fiori, infatti le Accolade non sono per niente spaventate dalla loro situazione culturale ed anzi vogliono continuare a suonare, registrare un disco e fare molti spettacoli live… in abitazioni private è ovvio.