Dal 28 novembre anima gli schermi italiani nei panni di Camille, protagonista femminile di “Solo un padre” (Luca Lucini ’08). Nel 1999, dopo un provino fortuito brillantemente superato, esordiva nel cult adolescenziale “Come te nessuno mai” diretto da Gabriele Muccino. Lo avrete indovinato, si tratta di Diane Fleri, (Quimper, 13 luglio 1983), interprete italo-francese, balzata alla ribalta grazie al film “Mio fratello è figlio unico” (‘07) in cui, accanto a Riccardo Scamarcio (già collega d’esordio mucciniano) ed Elio Germano, è vertice femminile di un triangolo d’eccezione.
Fu proprio grazie al film-rivelazione di Daniele Lucchetti che l’attrice cominciò a considerarsi tale, a credere che recitare non era più soltanto un gioco, ma un lavoro in piena regola, a cui dedicare tempo, esercizio, passione. Da quel momento in poi sono in molti a farle la corte, per l’irresistibile ‘r’ moscia, che denuncia le sue origini francesi (Diane ha 9 anni quando si trasferisce a Roma), per il suo sguardo da cerbiatto, ed in particolare per l’esibizione di un ventaglio emozionale così variegato nonostante la giovane età.
Se, infatti, al debutto mucciniano il personaggio di Arianna mostrava i toni agguerriti tipici di una liceale disobbediente alla prima occupazione, nel film di Lucchetti, dopo un anno di teatro a Parigi, una più matura Francesca impartiva lezioni di buon senso a due fratelli divisi dalla politica. Ed oggi, accanto ai due Luca (il regista Lucini ed il protagonista Argentero), gestisce un personaggio complesso, costruito guardando a se stessa.
Francese come Diane, Camille riaccende la passione nel cuore di Carlo, dermatologo e ragazzo padre che, alle prese con un bimbo di 10 mesi, trova in lei un’ancora di salvataggio. Spontanea, ottimista e curiosa, condivide con l’interprete la passione per la vita, oltre che l’accento – rispolverato da Fleri (romana d’adozione) grazie a lunghe lezioni in lingua madre – e soprattutto la passione per i bambini.
E se la maternità, per una 25enne strarichiesta e già lanciata sul set di “Io sono l’amore” (film di Luca Guadagnino in uscita nel 2009), è ancora di là da venire, Diane si lascia contagiare non poco da un ruolo che pare assomigliarle più di quanto lei stessa pensasse. Non solo, infatti, è appena diventata testimonial dell’Associazione “Amici dei bambini”, prestando il dolce viso all’impegno (ormai ventennale) di finanziare adozioni a distanza e programmi contro l’abbandono dei minori. Ma ha lei stessa adottato un bimbo del terzo mondo, diventando così un’orgogliosa “mamma spirituale” decisa ad esercitansi a distanza prima di farsi crescere una pancia tutta sua.