Anno 2040. La Terra ormai è un tutt’uno con lo Spazio. Nel cielo, stelle, lune e navicelle spaziali. Forme nuove, atmosfere alla Philip Dick (1928 – 1982. Precursore della fantascienza letteraria) e alla Star Trek (Saga fantascientifica). Guizzi avveniristici. Donne nuove si muovono con passo austero, vestite di futuro: cappe a uovo, giacche replicante, maniche Space Oddity, cappotti Cocoon.
Anno 2009. Le forme del futuro hanno cavalcato le passerelle milanesi, parigine e newyorkesi. Tra tradizione e quello che verrà, è nata una moda nuova che si muove in spazi non ancora esplorati. Non sempre facili da indossare, le mise spaziali sembrano omaggiare l’architettura e il design.
Potrebbe viaggiare nei fondali marini la donna Malloni con la giacca in morbido neoprene dall’ampio collo. Spalle alla Star Trek per il mini abito bianco firmato Fendi con maxi fibbia centrale, stessa scelta per l’abito Iceberg con zip centrale e stampe fumetto.
Gilet con tagli asimmetrici e morbide onde per Gaetano Navarra da abbinare ad un cappello – mascherina con fiocco frontale. Bianco lunare e giochi di ombre per l’asimmetrico cappotto Byblos. Oro e bianco vincono sull’abito monospalla creato dalla matita di Salvatore Ferragamo, cappotto che avvolge l’intera figura, quasi a ricordare Cocoon, per Mila Schon.
Forma a uovo per il delicato mini abito dalle trasparenze velate di Gianfranco Ferré. Candido neoprene per la giacca a uovo Krizia. Mini giacca dritta, con collo a onde, per 6267. Il futuro, quello più audace, per la mise creata da Gareth Pugh (foto).