Nonostante lo scintillare di luci, candele e lustrini, l’ombra della crisi offusca il bianco Natale. Crisi economica, che colpisce la maggioranza dei consumatori, e soprattutto, crisi ambientale, che si abbatte su un Pianeta ridotto a miseria ben più nera di quella dei suoi insaziabili abitanti. Per fortuna, lo scorcio apocalittico di fine anno è illuminato dall’impegno di un ‘certo’ jet set che sfrutta la propria fama per sottolineare le urgenze di un mondo agli sgoccioli. Su questo spicca per lucentezza, Stella McCartney, figlia del noto cantante che, prima di lei, già si distingueva nella lotta a difesa della terra e dei suoi animali.
Nata dal matrimonio tra l’ex-beatle e la prima moglie Linda, s’innamora della moda dall’età di 12 anni, creando allora il suo primo abito. Un imprinting precoce e promettente che in tre stagioni già le conquista la prestigiosa collaborazione con lo stilista Christian Lacroix. Nel 1995, corona la carriera universitaria al Central Saint Martins College of Art and Design. E come tesi di laurea, presenta la sua prima collezione ufficiale, fatta sfilare da storiche top, tra cui Naomi Campell (oggi attivista fervente), Yasmin Le Bon (moglie di Simon) e una giovanissima Kate Moss, sulle note di “Stella May Day”, composta da Paul per l’occasione.
Si accumulano i successi: lavora con Chloé, Gucci, LeSportSac, ma anche per marchi dedicati ad un target più esteso come Adidas e, soprattutto, H&M. La sua matita è richiestissima e riceve committenze esclusive che la vedono impegnata nella creazione di pezzi unici, come il vestito di nozze di Madonna e del regista britannico Guy Ritchie. Disegna costumi per le tournèe di famosi musicisti e per il cinema hollywodiano, dimostrando un estro originale che non smette di nutrirla nemmeno dopo l’arrivo dei tre figli, nati dal matrimonio con l’editore Alasdhair Willis, sposato nell’agosto del 2003.
La sfera famigliare influisce sull’approccio ad una moda che sia, oltre che bella, anche utile e solidale. Ricalcando l’esempio del celebre papà, Stella traduce in ‘stile’ i principi di un commercio biologico ed umanitario che rispetti i delicati equilibri ambientali e sociali. Nel 2007, in collaborazione con i marchi Sephora, Beaute e con Yves Saint Lauren, lancia una linea di cosmetici non testati sugli animali che utilizza il 100% di principi attivi biologici, dimostrando che lusso e bellezza possono convivere con uno stile di vita eco-solidale.
Una filosofia che oggi rivive nella nuova collezione per l’inverno corrente, estremamente glamour e femminile, ma coerentemente pratica. Maxi e mini tute glitterate o monocrome, si alternano a mini dress e tailleur pantalone, tutti realizzati in materiale duttile prediligendo le gamme più delicate di rosa, crema, acciaio e black and white. Non stupisce la totale assenza di capi o dettagli fur, che trionfano invece sulla maggioranza delle passerelle invernali, insensibili ai massacri in nome di una discutibile bellezza.
Particolarmente “attivi”, i 20 pezzi della collezione “Eco-friendly” che, oltre a non avere impatto sull’ambiente, sono interamente realizzati con materiali alternativi, che uniscono il concetto di rispetto a quello d’eleganza. Eco-friend-ship garantita, dunque, insieme al lusso più esclusivo, per recapitare il messaggio anche a chi, fortuna sua, di crisi non vuol proprio sentir parlare.
La Stella di Natale
Figlia d’arte e dedita alla causa ambientalista, Stella McCartney illumina le feste con una linea di moda eco-friendly realizzata in materiali alternativi, ispirati alla sua collezione a/i 08-09.