“My bloody Valentine”. Questo il nome di un famoso gruppo rock. Ma scordatelo anche subito. Quello di cui vogliamo parlarvi invece, è l’ultima mostra dedicata al maestro dell’erotismo a fumetti Guido Crepax e a Valentina, il suo personaggio più celebre, creato nel 1965. Ispirato all’attrice Louise Brooks, diva del cinema muto.
La fotografa milanese Valentina Rosselli è il personaggio femminile più famoso nella storia del fumetto. Incarna una sorta di “zeitgeist” (spirito del tempo) della società italiana di quegli anni, che si stava liberando da molte delle vecchie tradizioni per aprirsi, attraverso le rivoluzioni culturali, a nuovi modi di comportamento e vita.
A cinque anni dalla scomparsa dell’autore questa mostra tenta di dispiegare le poliedricità della figura di Valentina e, così facendo, del suo creatore. Per questo il suo personaggio femminile più famoso viene visto come rappresentazione di molteplici forme del tempo, attraverso un percorso che si snoda in stanze tematiche. La prima, dall’ingresso fortemente surrealista, racconta la crescita di Valentina, unica donna del fumetto a invecchiare con il suo autore. Il tempo del reale sopraggiunge immantinente anche nella rappresentazione di Milano, luogo principe delle avventure dell’eroina, ospitata nella seconda stanza.
Ma le storie di Crepax erano anche caratterizzate da forti tinte oniriche e fantasiose, di colpo si passava dal realismo al surrealismo, dando un senso di profonda vertigine. Allo stesso modo le tre stanze successive sono dedicate al fantastico nelle sue storie: il mondo dei Sotterranei, la strega Baba Yaga antagonista di Valentina e gli spazi siderali. Così non poteva di certo mancare una stanza dedicata al mondo dei sogni e delle fiabe che sono stati una componente importante delle storie del fumettista.
Guido Crepax, da artista completo quale era, si è anche confrontato con delle grandi opere letterarie disegnandone una versione a fumetti, a dimostrazione della raggiunta maturità artistica e personale. Uno spazio è dedicato espressamente a queste opere, tra cui: Justine di De Sade, Dracula di Bram Stoker, Frankenstein di Mary Shelly, Venere in pelliccia di Sacher Masoch, Histoire d’O ed Il processo di Franz Kafka. L’allestimento permette di scrutare alcuni particolari pannelli “attraverso il buco della serratura”.
Non potevano mancare una sezione dedicata al tempo della memoria con una ricostruzione dello studio di Crepax formata da alcuni mobili originali ed alcuni disegni dell’autore; ed una sezione per il tempo della storia, comprendente le opere dedicate alla storia (rivoluzione russa, guerra in Vietnam, ’68) ed i manifesti politici che disegnò.
La mostra si conclude con la guerra che si tramuta in gioco attraverso le ricostruzioni di battaglie (dei veri e propri giochi da tavolo) inventati dal fumettista, per poter osservare da vicino il suo hobby preferito. Per completare l’allestimento non poteva mancare una serie di filmati comprendenti interviste all’autore e ad artisti a lui molto vicini (dall’amico Claudio Abbado al sassofonista Jerry Mulligan); spezzoni dai film che ne hanno ispirato l’opera e una galleria di manifesti pubblicitari d’autore.
Guido Crepax Valentina, la forma del tempo
Triennale Bovisa, 21 settembre 2008 – 1 febbraio 2009.
A cura di Caterina Crepax e Massimo Gallerani.
Ingresso: 8/6/5 euro.
Orari: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 23