Pubblicato il

Le figlie di Alba

Alba Rorhwacher, trionfa a Venezia nei panni di un’adolescente omicida, versione maledetta di un ruolo divenuto abituale.

Alba Rorhwacher
LaPresse

Un nome poetico, Alba, rimanda al suo viso pallido e rotondo, ed un cognome rauco, Rohrwacher, che ricorda la metà tedesca dell’attrice fiorentina. Oggi vive a Roma, nello storico quartiere di S.Lorenzo, e nonostante i 29 anni continua ad interpretare la parti di ragazza in età scolare. Ricercatissima, dopo il David conquistato come miglior attrice non protagonista con “Giorni e nuvole” (Silvio Soldini, 2007 ) – in cui veste i panni della figlia di Margherita Buy e Antonio Albanese – è ora protagonista del red carpet veneziano. Ancora figlia, appunto, come sempre durante la sua nutrita vita professionale.

Dopo essersi formata all’Accademia dei Piccoli di Firenze (dove nasce il 27 febbraio 1979), si diploma al prestigioso Centro Sperimentale di Roma, dove studia insieme ai nomi più in vista della nuova generazione d’attori, tra cui il ‘bello’ Riccardo Scamarcio. È accanto a lui, e al formidabile Elio Germano, che si fa notare nel ruolo di sorella nella fortunatissima pellicola “Mio fratello è figlio unico” (Daniele Lucchetti, 2007). E dopo le illustri partecipazioni in “Caos Calmo” (Nanni Moretti, 2007) e “Riprendimi” (Anna Negri, 2008), di nuovo allori al Lido di Venezia che le consegna tra gli applausi la Coppa Volpi per “Il papà di Giovanna”, del maestro Pupi Avati.

Naturalmente, lei è Giovanna, adolescente complessata che uccide una compagna di scuola per gelosia. Mentre suo padre è un bravissimo Silvio Orlando che la difende a spada tratta fino a vederla rinchiudere nel manicomio criminale. E sebbene il regista l’abbia scelta come interprete di una fanciulla che si distingue per bruttezza, Alba del brutto anatroccolo non ha che i sogni di cigno, iniziati da piccola nella bucolica provincia fiorentina. Qui frequenta un piccolo circo francese, con qualche acrobata, un cane e una gallina, che la fanno innamorare del mondo dello spettacolo.

Una passione latente, nutrita negli anni da cinema e teatro, che la accompagna fino al momento d’iscriversi a Medicina e ai corsi di recitazione all’Accademia. Ancora non lo sa, ma il mestiere d’Ippocrate non l’avrebbe intrapreso mai, rapita dal palcoscenico dei Piccoli dove intanto lasciava intuire le sue doti istrioniche che crescevano sotto la voce sottile.

Oggi Alba Rohrwacher è un’animale da cinema, che ‘boccheggia’ nelle pause tra un set e l’altro e che, per le odiate vacanze, va a ‘respirare’ in campagna. Dal suo papà apicoltore – quello vero – sotto la quercia della sua infanzia, dove gode di ciò da cui un tempo fuggiva e che oggi è simbolo di una conquistata libertà.