Non bisogna farsi suggestionare dalle notizie di stampa, in genere ben poco accattivanti, che lo riguardano: nonostante la sua discutibile politica sia interna che estera, l’Iran è una destinazione che merita di essere visitata da ogni viaggiatore colto e curioso, anche se le donne dovranno farlo con il capo velato, per almeno due buone ragioni.
La prima è per cercare di capire le ragioni di scelte politiche tanto poco condivise non soltanto nel lontano Occidente, ma anche dai paesi confinanti, per una nazione che grazie alle sue ingenti risorse petrolifere e minerarie (4° produttore al mondo di petrolio, 6° di gas naturale, 8° di cromo) si presenta come una delle più ricche e progredite del Medio Oriente.
Un benessere economico che però mal si concilia con la totale mancanza di progresso e di libertà imposta agli abitanti dalla teocrazia fondamentalista degli ayatollah sciiti al potere da 30 anni, dopo la caduta nel 1979 dello scià Reza Palhavi, artefice a suo tempo di una notevole modernizzazione della società e dell’industrializzazione del paese. Risulta sicuramente più facile capire una nazione visitandola, che non leggendo articoli e libri a casa propria.
L’altra buona ragione risiede nello scoprire il fascino di una terra che è stata culla di civiltà plurimillenarie, capace di scrivere pagine fondamentali nella storia antica dell’Eurasia. L’Iran, un enorme altopiano arido e desertico circondato da impervie montagne a nord e ad ovest, nonostante il suo clima continentale con forti escursioni e scarse piogge ha attirato l’uomo fin dagli albori della storia.
In questa terra compresa tra il mar Caspio e il golfo Persico si sono infatti succeduti a partire dal V millennio a.C. regni, imperi e civiltà come quelli a noi celebri di Assiri, Medi, Persiani, Parti, Sassanidi, Arabi, Turchi, Mongoli, Safavidi, Cagiari e tanti altri, ognuno dei quali ha lasciato testimonianze e tracce imprescindibili, recepite pure nella nostra cultura. Ben prima di Roma i Persiani seppero dare vita ad un impero che si estendeva dall’Indo fino al Mediterraneo, compresa la Tracia europea e l’Egitto fino a Cirene in Africa.
I resti monumentali di Persepoli, la città dei Re dei Re, e delle altre capitali persiane ci fanno intuire soltanto in minima parte lo sfarzo raffinato di questa civiltà. E cosa sarebbe la nostra cultura senza l’apporto fornito dal Rinascimento persiano nelle scienze e nelle arti, senza la poesia di Omar Khayyam?
Nella foto: la moschea Nasir al-Mulk di Shiraz. Courtesy of ©TrekEarth