L’anno di Torino Capitale del Design può essere una buona occasione per scoprire volti inediti di una città che ha scoperto non solo ora di essere all’avanguardia. La capitale italiana dell’industrializzazione ha seguito l’onda anomala ma fortunata delle Olimpiadi di due anni fa per non rimanere indietro sulle nuove tendenze, specie in fatto di architetture urbane e di design.
Quella che apparve agli occhi di Le Corbusier come la “città con la più bella posizione naturale”, è oggi una macina continua di idee e innovazioni. Circondata dalla corona delle alpi e dalle colline, con oltre 16 milioni di metri quadrati di verde, 400 chilometri di strade alberate e un parco lineare di oltre 70 chilometri lungo i quattro fiumi cittadini, Torino debutta agli occhi dell’Europa con una invenzione che desta attenzione di ecologisti e architetti contemporaneamente: si tratta del primo Parco d’Arte Vivente (PAV), ovvero una sorta di cuore verde bio-tecnologico che palpita in Via Giordano Bruno, l’arteria del quartiere residenziale Bramante.
Dal prossimo autunno i visitatori del PAV potranno semplicemente rilassarsi su una panchina, passeggiare all’interno della prima installazione “Trèfle” di Dominique Gonzalez-Foerster o prendere parte a uno dei laboratori “BIOMA” ideati dall’artista Piero Gilardi, vera anima del PAV. Gli operatori turistici locali assistono alla “trasmutazione” della loro città e alcuni propongono itinerari appositi incentrati sulla scoperta della nuova Torino, dalle Olimpiadi in poi.
Così ad esempio “Torino Design” è un tour proposto dal torinese Somewhere che conduce attraverso le zone calde della riconversione cittadina: dalla rifunzionalizzazione del Lingotto di Renzo Piano sino al Palazzo dello Sport di Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora, dall’Arco e la Passerella Olimpica sino al Palavela reinterpretato da Gae Aulenti e Arnaldo De Bernardi e all’avveniristica Chiesa del Santo Volto di Mario Botta. Tutti i volti di una Torino sempre più Design, anche a tavola.
Un indirizzo in perfetto stile nuova Torino, ad esempio, è quello tra Via Stampatori e Via Barbaroux dove si trova il ristorante Sicomoro, praticamente un angolo di design tra gli affreschi della storica via Stampatori. Il nome deriva da quello di un albero africano che produce frutti il cui succo gli antichi egizi credevano dispensatore di vita eterna. Forse le specialità servite in questo piccolo ristorante non donano vita eterna, ma sicuramente regalano un grande gusto, grazie alle succulente bistecche di bisonte e di angus, e ancora alle fiorentine e ai filetti di Fassone rigorosamente cotti su pietra.
Indirizzi utili
Somewhere
Via Nizza 32 – Torino
Tel: 011/66805.80 – 6687013
www.somewhere.it
Sicomoro
Via Stampatori 6 – Torino
Tel: 011/19503061