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Da una Cina lontana

A 126 giorni dall’inaugurazione di Pechino 2008, la Cina racconta attraverso l’arte la storia di un paese che non esiste più.

Cina Pechino
Courtesy of ©LaPresse

Un gruppo di contadini che festeggia la primavera. Il presidente Mao che chiacchiera con delle calzolaie. Pescatori e marinai che cuciono insieme le reti. E ancora giovani studenti che giocano con le armi e una lezione di ideologia in una comune popolare.

Sono queste e molte altre le scene di vita quotidiana raccontate dai manifesti cinesi di propaganda maoista, tutti risalenti agli anni Settanta, che sono esposti a Como dal 4 al 27 aprile, presso il Palazzo del Broletto, nella mostra “Da una Cina lontana. Manifesti cinesi degli Anni Settanta” organizzata dall’Associazione Culturale Caracol in collaborazione con la Fondazione Antonio Ratti.

Attraverso i 45 poster – tutti originali e provenienti da una collezione privata – si dipana un viaggio a senso unico dentro una Cina così storicizzata da non poter essere vista altrimenti: la Cina comunista con la sua “arte di propaganda”, ma anche la Cina della vita quotidiana che doveva ispirarsi proprio a quell’arte, in uno scambio poco intuitivo della parti in cui il rivestimento estetico della persuasione sociale è politica non lasciava molti spunti di immaginazione.

I manifesti, opere di singoli artisti mai diventati celebri riprodotte in centinaia di migliaia di copie, erano in vendita per pochi mao nelle librerie di proprietà statale, per poi finire a decorare i muri nei salotti delle famiglie cinesi. Oggi questi poster sono diventati icone di riferimento: fonte di ispirazione per la pubblicità commerciale e modelli per gli artisti cinesi contemporanei, che li rivisitano con intenti spesso dissacranti, ma anche con la nostalgia per una Cina che non esiste più. Meno che mai ora, in piena fase di modernizzazione di un Paese che si appresta ad ulteriori “rivoluzioni” con le Olimpiadi dentro casa.

In una società che è cambiata profondamente dal 1949 in poi, però, le immagini, i protagonisti, le atmosfere, i simboli e i colori di questi manifesti raccontano anche, a distanza di decenni, i radicali mutamenti storici ed estetici vissuti dal Paese e danno un’idea di come la Cina ha visto se stessa e il suo futuro nel corso del tempo. I poster degli anni Settanta sono rappresentazioni vivaci ed evocative di una Cina ormai lontana nel tempo e nei modi. Una Cina i cui protagonisti sono soprattutto i contadini, la natura, gli animali e i bambini e in cui si celebra la vita in comune e l’armonia sociale. È una Cina fatta di volti sorridenti, in cui la campagna prevale sulla città.

Nel Paese dipinto in questi manifesti non c’è traccia di devastazioni e di scontri. È un Paese che desidera lasciarsi alle spalle le tragedie della Rivoluzione culturale, nel tentativo di ritrovare finalmente la serenità. Una Cina molto diversa da quella raccontata dalla storiografia ufficiale. Una Cina forse vera, forse sognata. Ma che di certo non c’è più.

Nella foto. Pechino, Gran Palazzo del Popolo. Courtesy of ©Lapresse

“Da una Cina lontana”

Manifesti cinesi degli Anni Settanta
4 – 27 aprile 2008
Palazzo del Broletto
Piazza del Duomo – Como
Ingresso libero
Informazioni
Tel: 031/301037
www.associazionecaracol.org