L’ Arte la respira da sempre. Fin da piccolo, quando suo padre Dario, noto antiquario milanese, all’età di tre anni lo faceva “pasticciare” con matite ed acquarelli “Ricordo il 7 x7 = 49 – racconta Paco – Era il numero di matricola della mia settima corazzata. Un vero capolavoro di ingeneria navale,e così imparai le tabelline!”. Suo padre se lo trascinava dietro ovunque, e lui si rotolava tra la polvere degli stand dei mercati di antiquariato, ovunque, alle aste o semplicemente a casa del nonno Nino. Ed è proprio il nonno che intuendo la sua predisposizione per l’Arte, scegliendo l’occasione adatta, gli dona alcuni libri antichi e una testa di Medusa in gesso.Un bozzetto destinato alla realizzazione di un’opera in marmo.
Paco Polenghi, nato a Milano nel 1969, da quella testa ha cominciato. Studiandola, quasi fosse una testa frenologica, perdendoci il sonno, guidato da una sensazione che non poteva non considerare. Una sensazione, la prima di tante altre, che fece di quell’oggetto ereditato, quasi per caso, una delle sue più clamorose scoperte. Decide allora di proporla a Sotheby’s, Londra. Giunto, dopo mesi di ricerche, alla conclusione che si trattasse di un’opera del Canova. Troppo giovane e inesperto per imporsi di fronte a studiosi di fama mondiale, il bozzetto viene messo in asta e venduto come “Scuola del Canova”. Ma solo un’anno dopo è pubblicato sul catalogo del famoso mercante d’Arte londinese Daniel Katz, senza indugio, come Antonio Canova. Certo, non male, come debutto nel mondo dell’arte per un’outsider come Paco Polenghi. Ma è solo l’inizio. Da quel momento in poi si metterà a collezionare di tutto. Dalla scultura antica, all’arte contemporanea. Un personaggio conosciuto, Paco. A Milano come altrove. In Spagna per esempio, dove sua madre, negli anni settanta si trasferì, dopo la separazione, lasciando un Paco di appena due anni, in Italia col padre. Ma per lui la Spagna è una seconda casa. Ed i suoi attuali progetti lo dimostrano chiaramente.
Negli anni della gioventù, in Italia si dedica fondamentalmente allo studio e alla ricerca, muovendosi tra case d’asta studi e botteghe. Nel 2005 gli viene proposto di esporre a palazzo Ducale, a Massa, insieme ad alcune opere in concessione dal Museo Hermitage di S. Pietroburgo, una coppia di busti inediti, opere provenienti da una collezione privata, due terracotte, raffiguranti gli Apostoli Pietro e Paolo, i due modelli preparatori per gli analoghi busti in marmo “collezione privata” già pubblicati sulla monografia di A. Algardi, e attribuiti da J.Montagu all’Algardi stesso, eseguite tra il 1646 e il 1649, su committenza del cardinale Giacomo Franzoni.
Ma la scultura non è la sua unica passione, ama le belle donne e la buona cucina. Irrequieto, da sempre, con la voglia di rimettersi in gioco, decide di sperimentarsi su fronti diversi. Ed è proprio in quel periodo, nel 2006 , che nasce suo figlio Otto. Lui preferisce chiamarlo Leo,” 8 Polenghi sono troppi” Scherza! In quel suo primo anno di paternità “Una vera rivoluzione interiore per l’eterno ragazzino”, cerca uno spazio espositivo a Milano e ne trova uno che potrebbe essere adatto. Ma purtroppo le cose non sempre vanno per il verso giusto. La moglie decide di tornare a Venezia e lui rimane da solo a Milano. Disorientato, gli propongono di tutto, ma niente lo convince, Paco decide di guardarsi in giro e riprende a frequentare i vecchi amici e la sua Ibiza.
Tra Milano e l’isola incantata cercherà di ritrovare un equilibrio dedicandosi ad un nuovo progetto. Decide di prendere in affitto un capannone industriale ,alle porte della città vecchia. Una nuova casa, uno studio forse una Factory. E’ in quel periodo che conoscerà Matita, proprietaria del locale più emblematico dell’isola. E’ una piccola galleria scavata all’interno delle mura, di straordinaria “bellezza” Non ha nessun dubbio, Paco,”é mia!” firma subito il contratto subentrando come gallerista della più importante e storica Galleria D’Arte di Ibiza. La ex galleria Van der Voort, ora galleria Paco Polenghi. Qui nel corso degli anni esposero artisti come Pablo Picasso, Antonio Tapies o Edwin bechtold, Eduardo Chillida, Pierre Dmitrienko, Joaquim Gomis, Antonio Saura, Julio Gonzales,Mirò.
Inizia così la sua nuova avventura, questa volta affiancando artisti delle nuove avanguardie. “Non pretendo di salvare quest’isola e riportarla agli antichi splendori. Ogni Epoca è diversa e ha le sue caratteristiche. Vorrei utilizzare questo spazio come fosse un Portale di entrata e uscita dell’espressione artistica e culturale dell’isola. Un luogo dove ci si possa esprimere attraverso ogni tipo di linguaggio .” Inaugura nel Luglio 2007 con una mostra, “Embustes” di Carlos Velasco un giovane artista madrileno. “Transavanguardia” Segue, poi, in collaborazione con la O.N.G. Cambodian Children’s Painting Project presentando una mostra fotografica “Todos los Grandes fueron ninos” di Sarah Levi, fotografa milanese, che propone una serie di scatti in bianco e nero. Protagonisti i bambini, felici, di un terzo mondo visto da un’angolazione diversa.
Tra i diversi appuntamenti del calendario estivo, ne ricordiamo uno di particolare impatto. Il 22 Agosto 2007, la Galleria, e la piazzetta sulla quale si affaccia, si trasformano per una notte nello scenario di una performance. “Street Park”, il nome dell’evento. L’intreccio tra il graffitaro ibizenco Hosh, conosciuto in tutto il mondo per il suo talento, e un musicista di Berlino, Ricoloop “One man jam”, per il quale l’improvvisazione e l’utilizzo della sua voce come strumento principale, sono il fondamento del successo. “Una sorta di pifferaio magico” spiega Paco. Mentre Rico interpreta le sue creazioni utilizzando il basso, la tastiera e la stessa sua voce, Hosh realizza graffiti per strada seguendo un percorso “la musica” che lo condurrà direttamente in galleria, portando con se “pezzi” di strada e dipingendoci sopra.
Sembra che Paco Polenghi abbia intuito anche come promoter di talenti della nuova avanguardia artistica. “Sono convinto che diversificare sia la formula giusta per mantenere quel distacco necessario che ti permette di rimanere “puro”, non “contaminato”spiega Polenghi ” Durante l’inverno faccio il mio lavoro di sempre, tra Venezia dove vive parte della mia famiglia, Milano, con gli amici di sempre, la Francia, dove da qualche anno si è trasferito mio padre e la Spagna. Con la bella stagione, quando Ibiza riprende vita, organizzo esposizioni, mostre, installazioni. Sempre sentite, vere, mai commerciali.” Per Pasqua è già in programma una mostra personale di Antonio Villanueva, nato a Toledo nel 1940, artista consacrato dal pubblico e dalla critica europea. Grande amico di Polenghi, che conosce proprio a Ibiza, dove vive e lavora, esporrà le sue opere più recenti e inaugurerà così la stagione a partire dal 30 Marzo, giornata di presentazione e vernice, per venti giorni a seguire.