La moda ha voglia di comunicare, di far riflettere, di sensibilizzare. La moda ha voglia di rivolgersi a donne di cultura, la cui femminilità si esprime attraverso la testa, il pensiero. Un pensiero arricchito da pagine di libri, da versi di antichi poeti, filosofi, che hanno contribuito a ‘costruire’ la storia.
Sulle passerelle di Alta Roma gli abiti sono intrisi di cultura, come quelli creati da Susanna Liso per Le Tartarughe con il suo delicato défilé intitolato “Versi di stoffa” ed ispirato alla Roma degli anni ’60 e ’70 e ai suoi poeti. Una rivisitazione intima e profonda. Con un brano tratto dalla raccolta di poemetti “Le Ceneri di Gramsci” di Pier Paolo Pasolini ha avuto inizio la sfilata. Abiti eleganti con incise parole, pantaloni dal taglio maschile in lino-cotone, camicie in seta bianca, soprabiti in seta metallica, maglieria coloratissima, abiti dalle forme geometriche realizzati con sete crude. Il capo simbolo: l’abito biblioteca, un grande caftano in seta bianca con tasche-decor che contengono libri.
1787. Goethe visita il museo del Principe Biscari a Catania. Da questa data è partita Marella Ferrero per la sua collezione che corre verso il tempo e la sua calda terra: la Sicilia, appunto. Corsetti corazza con perle e coralli abbinati a pantaloni alla turca, gonne a balze drappeggiate o fatte di rete nei merletti a tombolo.
Il duo Grimaldi Giardina, su una passerella lunga 120 metri al Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, ha festeggiato i primi 10 anni di attività. Angeli e Santi giocano sul sottile filo che divide il sacro dal profano, vestiti di bianco con il volto coperto da mascherine di pizzo, oppure total black per gli abiti neri arricchiti da lavorazioni di pizzo chantilly ricamati a righe, per un effetto gessato. Gonne a tubo fino al ginocchio, pantaloni maschili abbinati a camicie di pizzo. Il cuore sacro diventa poi applicazione irradiandosi sui corpetti degli abiti in plissé. I Gioielli ricordano i raggi dei cuori sacrali, incastonati a specchio nel metallo battuto.
Una donna latina quella di Alberto Annidali vestita di materiali corposi alternati a sete, tulle e organze. I tailleur sono rigorosi con giacche che enfatizzano il punto vita e le gonne si allungano fino al ginocchio. Tute in maglia aderenti.
E poi la rivelazione: la baby stilista russa Kira Pastinina che in un solo anno di attività ha già creato un impero: 40 negozi sparsi nell’Est Europa. Scoperta dai genitori e al suo debutto a Roma, Kira ha creato una collezione dedicata a giovani donne grintose, stile Paris Hilton, della serie: non passo inosservata. Al via mini abiti, hot pant da brivido, paillettes, oro e argento, zeppe stratosferiche, trasparenze audaci, maniche a sbuffo, volumi sofisticati a volte arroganti, altre romantici.
E ancora giovani sotto i riflettori con le incredibili creazioni degli studenti dell’Accademia di Costume e di Moda. Forme evocative, a volte teatrali, utilizzo di materiali sperimentali, lavori unici che fanno ben sperare in un roseo futuro del made in Italy.