Partita da Londra nel 1978, la carriera di Paul Cocksedge si delinea ben presto grazie a un talento indiscutibile subito notato dal designer, architetto e artista Ron Arad, che lo definisce sfrontato e ironico.
Dopo gli studi di disegno industriale alla Sheffield Hallam University, il giovane creativo poco più che ventenne, si presenta al colloquio del Royal College of Art di Londra, vestito a festa, perchè in procinto di andare a un matrimonio. È spavaldo. Su di lui scivola il panico del giudizio e proprio questa sicurezza incosciente lo rende interessante agli occhi di Ron Arad designer e insegnante sempre alla ricerca di gente in gamba e coraggiosa, capace di inventare qualcosa di nuovo, mai visto prima.
Fino a quel momento Paul non aveva avuto reali esperienze nel mondo del design, convinto di voler mantenere la sua strada pulita e libera da influenze esterne; tanto meno conosceva il fondatore dello studio One Off, dunque fu una passeggiata presentargli il suo progetto. “Ron è molto aperto, basta che si appassioni a un lavoro e ti mette in contatto con le giuste persone, io sono stato particolarmente fortunato”. In quel caso fu il tedesco lighting designer Ingo Mauer a ricevere la telefonata che ha cambiato la vita del “maghetto della luce”, facendogli compiere il salto: da studente in professionista, introdotto nel mondo del design e lanciato nel firmamento delle più autorevoli firme internazionali.
Galeotta fu quella scuola non solo per i grandi insegnamenti e le opportunità offerte ma soprattutto per l’unione professionale sancita con Joana Pinho, all’epoca studentessa di comunicazione applicata al design e attualmente partner di Paul, nonché grande punto di riferimento per lui. “Joana è fantastica e importante per me e per il mio lavoro perchè riesce a trasmettermi energia”.
Dal sodalizio con Joana il percorso di Paul non fa che crescere e maturare senza far scomparire il “fanciullino” che è in lui. Lavora con lo stilista giapponese Issey Miyake nella sua galleria di Tokyo e affascina il pubblico italiano con Private View, la stanza misteriosa, dai muri completamente neri, allestita negli spazi di Palazzo Trussardi per raccontare il mondo della storica casa di moda. Attraverso i raggi infrarossi emessi dai cellulari e dalle macchine fotografiche svela ai visitatori un gioco di illusionismo tecnologico, offrendo un nuovo punto di vista: quello digitale.
Come l’Uomo Ragno, Paul Cocksedge, lancia fili di luce che puntano sempre più in alto, passando da Londra e Tokio fino Milano, che inaspettatamente confida a stile.it considera la città più eccitante per il design. “Quando ero studente ho vissuto a Milano e proprio lì ho avuto il mio primo grande show, quindi ho un rapporto affettivo con il luogo che mi ricorda inoltre la fruttuosa collaborazione con Ingo Mauer. Amo Tokio e adoro esprimermi lì. Londra è uno strano posto, fantastico per lavorarci eppure Milano continua a essere la mia città favorita e l’Italia dal mio punto di vista mantiene il primato nella produzione manifatturiera. Tornerò l’anno prossimo per lanciare due grandi lavori, due grandi nuovi prodotti, ma intanto a cavallo fra novembre e dicembre mi aspetta l’allestimento di una window display di 20 metri su Euston Road, una delle più importanti strade commerciali londinesi ”.