Viviamo circondati da radiazioni elettromagnetiche, immersi nei campi generati da telefoni cellulari, televisioni, radio e relativi ripetitori, con conseguenze sulla salute di ognuno più o meno accertate, al centro comunque dei dibattiti odierni.
Un neozelandese, con grande fiuto per gli affari, ha saputo far leva sulle paure generate nelle persone ed ha valorizzato un tessuto molto particolare, lo Swiss Shield, per confezionare un prodotto che ha già suscitato, in breve tempo, una certa attenzione da parte dei media.
Neil Bullock, ispirato dalle potenzialità di un tessuto confezionato con un base che può andare dal cotone alle fibre artificiali, arricchita con monofilamenti di materiali conduttori quali il rame, il bronzo, l’argento o l’alluminio, ha realizzato i primi indumenti per donne in gravidanza capaci di schermare il piccolo in arrivo dalle radiazioni elettromagnetiche.
Il tessuto dei vestiti Mummywraps – che sta grossomodo per “avvolgimamma” – funziona letteralmente come uno specchio che deflette le radiazioni, proteggendo il bambino dai rischi dell’esposizione alle onde.
I tessuti Swiss Shield sono già da tempo utilizzati per realizzare tendaggi che proteggano le abitazioni dalle radiazioni elettromagnetiche, nonché per gli abiti di coloro che debbano lavorare in prossimità di antenne radio o altri apparecchi di trasmissione. L’idea di Neil Bullock è stata quella di trasferire questa soluzione verso la più delicata delle situazioni, quella in cui il desiderio di protezione si amplifica e si diventa maggiormente ricettivi.
Il costo di un vestito a maniche corte è di circa 70 dollari, grazie ai quali il bambino potrà svilupparsi e crescere, nei nove mesi, riducendo i rischi legati ai pericoli dell’esposizione all’elettrosmog. Non è garantita infatti una schermatura totale.