Libertà assoluta e mancanza di vincoli di qualsiasi genere, compresa la portabilità, sono le caratteristiche del percorso che seguono i ragazzi per arrivare alla ideazione della collezione. “Sono riuscita – continua Marta – a riportare sulla mia creazione l’interesse suscitato dalle forme e dai volumi del gotico proprio studiando la storia del costume e della filosofia di quel periodo.”
Una cinquantina di allievi ha preparato la collezione di capi femminili esposta presso “La Posteria”, a Milano. Ognuno di loro ha disegnato una minicollezione di 8-10 pezzi da cui ha estrapolato uno o due abiti da realizzare. La ricerca e il riutilizzo di materiali usati permette loro di esprimersi fino in fondo emozionalmente e tecnicamente. “Ho voluto impiegare materiali di uso quotidiano, – spiega Anne Marie Johansen, 32 anni svedese – da un tappeto tipico svedese ho ricavato un tailleur, giacca e gonna. Mi interessava sfruttare una materia povera, ma molto lavorabile.” Giocare con elementi semplici e diversissimi, partire dalla ricerca iconografica e sperimentare accostamenti inediti che impreziosiscano il materiale di partenza. Lo scopo è di trasformare qualcosa di insospettabile come materia prima da indossare, quindi anche, pagine di fumetti, ombrelli, tende e così via. “In contrasto con il primo capo ne ho realizzato un secondo più ‘industriale’, – continua Anne Marie – con calze di nylon e lattine: mi piaceva questa differenza tra i materiali artigianali e tradizionali, che in un certo senso ricordassero il mio paese, e i materiali più tecnologici ed internazionali, comuni a tutti. Insomma volevo dimostrare che si può usare tutto per realizzare un tailleur o un abito molto chic, a partire dai materiali poveri fino ad arrivare ai materiali di ‘scarto’ del terzo millennio. Questo progetto ti dà la possibilità di cominciare da un materiale qualsiasi, che non sia ‘normale’ che solo tu, con la tua fantasia puoi plasmare e trasformare in un vero e proprio abito. Uscire fuori dagli schemi aiuta la creatività.”
Riciclando
Chi usa tappeti, che lattine di coca cola, che carta e chi plastica. Il tessuto (quello caanonico) non fa il monaco. O per lo meno non come prima. Una mostra raccoglie una stravagante collezione.
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