Quest’anno Palermo ha festeggiato il 50 esimo anniversario della morte del principe scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del celebre Gattopardo. Anche se non è rimasto molto dell’atmosfera di sfarzo ed austerità data dai grandi palazzi nobiliari e dagli innumerevoli conventi, il capoluogo siciliano filtra ancora un po’di quegli ambienti grazie agli scenari del romanzo ed oggi, visitando quei luoghi, si può immaginare di essere al tempo di Giuseppe Tomasi o protagonisti del Gattopardo.
Della casa natale dello scrittore, Palazzo Lampedusa, è rimasto il muro perimetrale che ne fanno intuire la vastità e di come i grandiosi interni siano stati fonte di ispirazione per le case dei Salina che compaiono nel libro. A far da “controfigura” a quella che doveva essere la Villa Salina ai Colli, in realtà Villa Lampedusa, è la vicina Villa Boscogrande, oggi luogo di ricevimenti di prestigio che offre splendidi saloni, una bella scalinata e la terrazza della sequenza iniziale del film di Visconti.
La famosa scena del ballo è stata girata invece a Palazzo Valguarnera, gioiello tutto da ammirare che, rispetto a quel periodo, è addirittura migliorato, diventando una delle dieci case private più belle al mondo. L’austera facciata, i magnifici saloni, la sala da ballo e degli specchi, gli arazzi, i cristalli, i lampadari , i ritratti, il terrazzo sulla piazza e il cortile per le carrozze lasciano davvero senza fiato.
Il feudo dove i Salina si recavano per la villeggiatura, la Donnafugata del romanzo, è inventato ma ispirato a due luoghi cari allo scrittore: come palazzo è Santa Margherita di Belice, come paese è Palma di Montechiaro, dove si trova il monastero di Santo Spirito in cui il Principe di Salina si reca in visita e dove ancora oggi le monache preparano i dolci alla mandorla con la stessa ricetta descritta nel libro.
E’ il Palazzo Filangeri di Cutò, invece, ad ospitare un Museo del Gattopardo con il manoscritto originale, i vestiti d’epoca, i manifesti e le cere dei personaggi. Le scene di battaglia tra le camicie rosse garibaldine e l’esercito borbonico sono state girate nella Kalsa, il cuore della Palermo di un tempo, dove Tomasi visse mentre scriveva il romanzo e dove si trovano diversi luoghi citati, come la Chiesa della Catena alle Mura delle Cattive. Visconti non ebbe bisogno di ricostruire nulla perché le case semidistrutte erano già una scenografia perfetta. Oggi la Kalsa brilla di una nuova vita grazie agli interventi di restauro di case e palazzi che danno luogo a nuovi spazi per musei, gallerie, b&b e teatri, a rendere omaggio al grande Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Informazioni
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