Con la presentazione della mostra Morlotti e Chighine. Opere scelte la galleria Poleschi Arte indaga la stagione artistica che nel capoluogo lombardo, intorno alla metà del secolo scorso, segnò il cammino della pittura italiana verso i linguaggi della modernità, nel tempo del rapido progresso aperto al confronto internazionale.
Le opere selezionate dal curatore Tino Gipponi rappresentano i più significativi momenti espressivi di Ennio Morlotti (1910-1992) e di Alfredo Chighine (1914-1974), focalizzando un percorso che descrive la vicenda di due protagonisti assoluti dell’arte italiana.
E’ il 1938 quando Morlotti, nativo di Lecco, si trasferisce a Milano dove entra a far parte del gruppo Corrente con Cassinari, Guttuso, Birolli e compagni. Con circa 20 opere la mostra privilegia il suo decennio felice tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, con quadri significativi tra i quali Vegetazione del 1956, Sterpi del 1958, Granoturco del 1959 e Paesaggio del 1964. In questi dipinti l’esaltazione fisica del colore-materia accosta un riecheggiamento del referente esterno ai fermenti della ricerca informale da vero “ultimo naturalista”, secondo la definizione di Francesco Arcangeli.