“Il pittore non è solo l’autore dei suoi quadri, è anche quello che per primo li guarda spesso con indulgenza, alle volte con severità. Quando decide che il quadro é terminato, decisione sempre difficile da prendere, il suo giudizio attiene in genere alla struttura della composizione; all’energia del disegno, alla intensità del colore e cosi via. Il discorso sui significati dell’opera è un argomento invece che stranamente, egli sfiora appena. La poetica attinge a una riflessione che si è formata nel tempo, che dà un particolare carattere all’opera di un artista e che poi diventa un tutt’uno con le struttura formale della sua opera.”
La mostra antologica dedicata ad “Alberto Sughi” ospitata al Complesso del Vittoriano dal 21 luglio al 23 settembre 2007, attraverso circa ottanta dipinti ed una sessantina di disegni realizzati dal 1946 ad oggi vuole ripercorrere il cammino artistico ed umano di uno dei protagonisti della pittura italiana ed europea dell’ultimo mezzo secolo.
L’esposizione “Alberto Sughi”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana con i Patrocini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio e del Comune di Roma, è a cura del Prof. Arturo Carlo Quintavalle ed è realizzata e organizzata da Comunicare Organizzando, in collaborazione con la Galleria Spagnoli di Firenze.
La mostra Alberto Sughi è uno dei maggiori artisti italiani della generazione che esordisce agli inizi degli anni ’50, scegliendo la strada del realismo, nell’ambito del dibattito tra astratti e figurativi dell’immediato dopoguerra. I suoi dipinti mettono in scena momenti di vita quotidiana senza eroi, atmosfere che nel 1956 il critico Enrico Crispolti definì “realismo esistenziale”.
Solitudine ed incomunicabilità, disagio e piacere sono i temi dominanti della poetica di Sughi, sentimenti resi pittoricamente attraverso una tavolozza ricercatamente scarna, scabra ai limiti del monocromo. La mostra al Vittoriano dedicata ad “Alberto Sughi” permette di ripercorrere l’intero cammino artistico del pittore: i personaggi anonimi e ordinari hanno occhi e gesti privi di espressione, fissano il vuoto del tempo e dello spazio, drammaticamente assorti, negati al dialogo, forse alla ricerca di significati che tuttavia sfuggono. La maschera al cinema (1958), Donna sul divano rosso (1959), Uomini al bar (1960), Uomo solo al bar (1960), Pierrot (1962), Donna che si spoglia (1963), La stanza di un uomo (1968), La cena – Donna sola (1976), Ragazze al caffè (1990), Piano Bar Italia (1996), Una periferia (2004), Bar del crocevia (2006)… Titoli che accompagnano attese silenziose, nervose partite a carte, mozziconi di sigarette che si spengono lenti. Scene colte nell’attimo fuggente, come singoli fotogrammi di un film bloccati nel fermo immagine e così isolati dal contesto.
Alberto Sughi nel suo lungo percorso rimane un attento osservatore della vita, degli aspetti più ricorrenti della quotidianità. La sua indagine sulle miserie dell’umanità è spietata, il suo occhio è imparziale e riproduce con assoluta crudezza, fatti, sentimenti, perversioni, senza indulgere ma senza giudicare. La critica sociale emerge contro le degenerazioni borghesi, la rabbia, la tristezza, il disagio sono lì a portata di mano, ma Sughi non sente la necessità di farne una questione morale, ma solo una ben documentata denuncia in un severo contesto.
Alberto Sughi
sabato 21 luglio – domenica 23 settembre 2007
Roma, Complesso del Vittoriano
Salone delle Mostre Temporanee
Via San Pietro in Carcere
Ingresso libero
Orario: tutti i giorni dalle ore 09.30 alle ore 19.30.
La mostra chiude alle ore 18.45
Per informazioni: tel. 06/6780664