Gregor Schneider, nato a Rheydt nel 1969, è uno degli artisti più interessanti ed enigmatici dell’ultima generazione.
Nucleo centrale della sua ricerca artistica è la ricostruzione e ripresentazione claustrofobica e maniacale dei propri spazi domestici, che progressivamente trasforma attraverso l’instancabile aggiunta, all’interno, di muri, pareti, finte finestre, e così via.
Egli costruisce pareti di fronte a pareti già esistenti che spesso sembrano identiche tra loro con il risultato che le stanze diventano più piccole e le loro proporzioni alterate, fino ad avvertire quasi fisicamente un’atmosfera sempre più oppressiva senza, tuttavia, essere in grado di comprenderne la causa.
26.11.2006 è il titolo della mostra che Gregor Schneider presenta a Napoli, alla Fondazione Morra Greco; nel calendario luterano il 26 novembre è il giorno dei morti, il giorno in cui si commemorano i defunti.
Infatti il progetto che l’artista tedesco ha sviluppato durante un suo soggiorno a Napoli è strettamente legato al tema della morte, sentimento che da sempre compenetra l’essenza di questa città, una città che dietro la maschera di allegria e di vitalità nasconde un grande senso della morte.