Il fascino della terra e del refrattario, del manipolare e del plasmare, della casualità e dell’imprevisto. Una idea prima che muta e si trasforma, che accoglie i cambiamenti che nel processo di realizzazione si insinuano come un potere sconosciuto. Chi lavora la ceramica è come un alchimista, che dosa, sceglie e mescola gli “ingredienti” dando vita e forma all’idea.
La mostra Ceramiche presso lo Spazio Zero di Gallarate dal 2 al 17 dicembre 2006 a cura di METAMUSA presenta per la prima volta al pubblico le opere di scultura di Luigi Valenti che approda alla ceramica dopo una lunghissima esperienza di pittore.
Ammiratore dello stile più poetico dei Fauves e delle atmosfere sognanti e della natura viva e tangibile, Valenti vive la grande svolta negli anni Novanta. Un incontro importante con Tonino Guerra, grande poeta e sceneggiatore ma anche valido ceramista, stimola in lui la curiosità e la voglia di confrontarsi con altro, di misurarsi con la materia e di sfidarsi. Appende al chiodo tavolozza e pennello, e muove i primi passi verso la scultura. Supera i primi esperimenti, sceglie forme irregolari, si rimette al risultato inaspettato della cottura ad alte temperature. I particolari della realtà vengono rivisitati con forme e senso nuovi. Non si predilige un tema ma ogni lavoro prende spunto dal quotidiano, da un’impressione, da un oggetto, da un’azione.