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I nuovi tesori di Palermo

Palermo mette in mostra a ottobre i suoi tesori sconosciuti, dai graffiti dell’Inquisizione ai telescopi del Gattopardo. Dieci meraviglie da scoprire per un viaggio nell’arte e nella magia, in occasione del Bicentenario della sua prestigiosa Università.

Palermo

I graffiti dei prigionieri
appena scoperti nelle carceri dell’Inquisizione e i telescopi appartenuti al
principe Tomasi di Lampedusa, la misteriosa cripta con le tombe delle
Repentite, le ex prostitute diventate monache, e il cantiere di restauro del
mulino di Sant’Antonino, nascosto nel cuore di un convento seicentesco.

Sono
alcuni dei dieci tesori di arte, di storia, di scienza che per la prima volta,
tutti insieme, a Palermo, apriranno le loro porte nei quattro weekend di
ottobre
per iniziativa dell’Università che celebra il suo Bicentenario.

Dalle 9 alle 18, ogni sabato
e domenica del mese, i visitatori avranno la possibilità di percorrere un
itinerario turistico e culturale assolutamente inedito, provando l’emozione
pionieristica della scoperta in cantieri di restauro ancora aperti, varcando le
porte di preziosi musei semisconosciuti ma pure di luoghi già celebri come lo
Steri con la famosa “Vucciria” di Guttuso e il soffitto trecentesco, o l’Orto
botanico
con le sue dodicimila piante dalle più diverse provenienze.

Luoghi che
appartengono all’Università degli Studi di Palermo, nata nel 1806 e che sta
incrementando il suo già considerevole patrimonio artistico, museale e
scientifico con l’avvio di cantieri di restauro che hanno portato a scoperte
straordinarie.

Meta di studiosi di tutto il
mondo sono i graffiti dei prigionieri dell’Inquisizione che sono emersi nel
corso del restauro delle carceri di piazza Marina dove per due secoli il
Sant’Uffizio imprigionò presunti eretici, streghe e bestemmiatori: prigioni che
ispirarono grandi letterati e studiosi come Leonardo Sciascia, Giuseppe Pitrè e
Luigi Natoli, l’autore de “I Beati Paoli”.

Graffiti, poesie, invocazioni, disegni
lasciati sulle pareti: una testimonianza unica al mondo che è insieme opera
d’arte e atto d’accusa contro le ingiustizie del potere. Per la prima volta si
tratta di graffiti firmati e datati, che consentono di ricostruire l’identità e
la storia dei prigionieri, che spesso erano artisti, intellettuali “scomodi”,
nemici dell’ortodossia politica e religiosa o soltanto poveracci e debitori del
fisco.

Ma straordinaria è stata pure la scoperta della cripta delle
Repentite (nella foto)
le ex prostitute diventate monache, il cui
mantenimento era affidato alle cortigiane ancora in servizio, costrette a
pagare una tassa speciale se volevano vestirsi al pari delle “donne oneste”, un
esempio ante litteram di “porno tax”.

E ancora, di chicca in chicca, si
potranno ammirare il plastico in legno della Mole antonelliana, la chiesa
trecentesca annessa allo Steri e mai aperta, la collezione di marmi rari
siciliani, il museo di zoologia Doderlein con i suoi animali conservati con una
tecnica rimasta segreta, il museo naturalistico Gemmellaro con i suoi elefanti
nani siciliani e il rarissimo scheletro di Thea, la donna del Paleolitico.

Informazioni
Tel: 091/322601
Università degli Studi di Palermo
www.unipa.it

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