Scritta da Shakespeare alla fine della sua carriera e della sua vita, La Tempesta affronta il tema dell’illusione e del sogno e racconta di come l’uomo viva e agisca sotto l’influsso di due realtà parallele: la vita reale e quella di un universo misterioso che a volte si dimostra più forte e concreto del reale.
Il mistero dell’alchimia creativa, condotta da Prospero con sapienza artigianale e la distaccata vendetta del suo esilio, sollecitano una pericolosa domanda: è ancora possibile oggi costruire il modello di una sopravvivenza umana che non poggi solo sull’idea dello scambio materiale di interessi?
La Tempesta e i suoi personaggi suggeriscono un percorso scenico che si snoda nel labirinto estremo dell’immaginazione, lasciandosi cullare dalla necessità di alludere, indicare, plasmare e far risuonare memorie e realtà apparentemente sconosciute. Il gioco scenico e quello dell’anima, procedono legati dal filo invisibile dell’alchimia teatrale.
Ma La Tempesta non è soltanto un gioco scenico. E’ anche e sopratutto un percorso spirituale, un messaggio poetico dai contorni ben delineati.