La celluloïde et le marbre è il titolo di una serie di articoli che il celebre regista francese Eric Rohmer – l’eterodosso autore di Il segno del leone, Il raggio verde, La femme de l’aviateur – scrisse per i Cahiers du Cinéma negli anni ’60.
In quegli articoli Rohmer stabiliva una straordinaria connessione tra la scultura e il cinema sostenendo che il cinema è “arte dello spazio e dei volumi” e pertanto è vicino alla scultura come alla pittura o alla fotografia.
Eppure, il marmo e la celluloide, sembrano restare molto distanti – separate da differenze enormi di carattere storico, culturale, estetico: il marmo, il materiale più antico e più nobile per esprimere la bellezza plastica, da un lato – e la celluloide, il materiale moderno inscindibilmente legato al cinema, dall’altro.