“Fuori di Porta Pinciana fece edificare un bel palazzo in una sua Vigna, o Giardino, o Villa, che vogliamo chiamarla, nella quale si trova ogni forma di delizia, che desiderare, et havere in questa vita si possa, tutta adornata di bellissime statue antiche, e moderne, di pitture eccellenti, e d’altre cose preziose con fontane, peschiere et altre vaghezze…”. G. Baglione
La Galleria Borghese è il primo museo italiano senza più segreti: dal 30 novembre infatti sono stati aperti al pubblico i depositi del museo, scrigno di tesori straordinari. Una vera galleria secondaria viene dunque restituita ai visitatori.
Già a partire dal 1997, a seguito delle ristrutturazioni architettoniche iniziate nel 1984 e dei successivi restauri degli interni – a cura della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici (ora Polo Museale Romano) -, il complesso museale della Galleria Borghese aveva riunito in unico luogo la maggior parte delle opere che formavano l’eccezionale collezione del cardinale Scipione Borghese.
I depositi della Galleria Borghese attualmente contengono 263 dipinti, 19 bronzetti, 7 piccole statue di marmo antiche e un orologio risalente ai tempi del cardinale Scipione Borghese. La Galleria secondaria, situata sotto al tetto del museo, ha il carattere di una quadreria: “Un luogo per ammirare e confrontare le opere d’arte – afferma la curatrice Kristina Herrmann Fiore – una palestra per le verifiche delle numerose opere inedite o di insicura attribuzione”.
Si potranno ammirare le pareti coperte da una fitta serie di dipinti, alla maniera delle quadrerie del Seicento. La sequenza delle opere segue il criterio della differenziazione tra pitture del Rinascimento e del Barocco, con riguardo ai formati, divisi tra grandi e piccoli. Accanto ai lavori di maestri modesti, ma comunque caratteristici dei loro tempi, appaiono opere di grande importanza; il confronto tra i diversi stili dei pittori offre un’occasione per l’osservatore di distinguere stile e valore.
Tra i tesori visibili al pubblico possiamo senz’altro citare la Venere di Baldassarre Peruzzi, il Cristo Portacroce di Sebastiano del Piombo o la Sacra Famiglia di Scipione Pulzone, opera quest’ultima che ha ispirato il libro fondamentale di Federico Zeri, ovvero “L’Arte senza tempo”. Spiccano tra i dipinti del Seicento il San Francesco di Annibale Carracci, il Mendicante di Ribera, la Susanna e i Vecchioni di Honthorst, o il grande quadro di Lavinia Fontana con Minerva in atto di abbigliarsi.
Un reparto particolare è dedicato alle opere minute: le preziose pietre paesine, tra le quali è di grande interesse la scena di battaglia della Presa di Gerusalemme dipinta da Antonio Tempesta, o anche i piccoli paesaggi di Paolo Bril, che richiamano quelli della collezione del cardinale Federico Borromeo, esposti alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
L’accesso alla Galleria secondaria sarà possibile per gruppi di numero non superiore ai 25 partecipanti e sarà necessario prenotare la visita in determinate date, ancora da stabilire. I visitatori saranno accompagnati da personale specializzato. La visita su prenotazione della Galleria secondaria fa parte del biglietto acquistato per l’ingresso al Museo e può essere utilizzato indipendentemente in altra data da quella della visita generale.
Roma scopre un tesoro
dalla pinacoteca ai depositi
un museo che non ha più segreti
A partire dal 30 novembre
Roma, Galleria Borghese, Piazzale Scipione Borghese 3
Tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10.00 alle 19.00
Ingressi: A gruppi di 20 persone massimo, accompagnati da operatore museale, su prenotazione obbligatoria
Telefono per la prenotazione obbligatoria: 06 32 810; per i percorsi didattici: 06 88 40 756