La posizione sulla costiera amalfitana, la nobile eredità musicale, la ricchezza del patrimonio culturale e artistico, fanno di Ravello un piccolo gioiello di grazia in parte sconosciuta. Piccolo solamente perché in un paese da 2500 abitanti le dimensioni contano ma, in questo caso, fanno la differenza. Per contrasto viene fuori tutta la grandezza culturale di una città votata alla musica – come ogni anno ci ricorda l’importante Ravello Festival – che ha ospitato nel suo monumento più celebre, Villa Rufolo, personalità come Richard Wagner e Giuseppe Verdi, tra gli altri.
Altri ospiti illustri, tra pittori e letterati, sono passati da qui e sono rimasti avvinti, sedotti, perplessi, entusiasti, in ogni caso mai indifferenti allo spirito del luogo. Come non citare quel Landolfo Rufolo ravellese che vivacizza le novelle di Boccaccio il quale trasse ispirazione dai giardini della “dilettevole” città che l’autore visitò ripetutamente. E ancora tanti sarebbero gli anedotti da raccontare che legano il nome di Ravello a quello di personalità note in tutti i campi.
Il viaggio per giungere a Ravello è di per sé emozionante e suggerisce alcune varianti panoramiche. Ricordiamo che la città domina la costa che va da Maiori e giunge fino ad Amalfi, trovandosi in una posizione strategica – che storicamente giocò molto a suo favore – a strapiombo sul mare.
L’itinerario meno rapido e più suggestivo (purtroppo anche molto trafficato specie nei fine settimana e nei giorni festivi) è quello che dall’autostrada Napoli-Pompei-Salerno imbocca l’uscita al casello “Vietri sul mare”. Da qui basta seguire le indicazioni “Costiera amalfitana” e “Ravello”, toccando Cetara, Maiori e Minori.
Giunti finalmente a Ravello, non si può fare a meno di visitare i simboli cittadini che sono il Duomo, il Museo, il complesso monumentale di San Francesco, i Giardini, Villa Rufolo. Quest’ultima sorge sulla stessa piazza del Vescovado su cui si affaccia il Duomo; con i suoi elementi decorativi arabi e bizantini rappresenta un unicuum che, per secoli, è rimasto nella fantasia popolare come l’immagine della “casa dalle trecentossessantacinque stanze”.
Chiaramente ispirata a Villa Rufolo – a quella Villa Rufolo restaurata da Francis Neville Reid – è Villa Cimbrione, creata da Lord Grimthorpe per farne un cenacolo di intellettuali da tutto il mondo, ispirandosi ad altri ambienti ed edifici ravellesi in una miscellanea che potrebbe definirsi come la visionaria creazione di un lord inglese.
Nobile d’origine, Ravello perpetua oggi la sua tradizione, che non ardiremmo a definire “alta”, con il Ravello Festival, kermesse estiva che scaturisce da una perfetta combinazione di classicità latina e grazia araba, nel cuore del Mediterraneo. L’edizione 2005 del Festival (www.ravellofestival.com) si svolge dal 1 luglio al 18 settembre evocando un leit motiv wagneriano: il tema del “Contrasto”.
Ravello sarà lo scenario per lo svolgimento di ben 100 eventi, suddivisi in otto sezioni, che vanno dalla musica sinfonica alla cameristica, dalle arti visive alla formazione, dal cinema agli spettacoli di tendenza, dalle passeggiate musicali agli eventi speciali.