Piccole tessere vetrose fanno di Ravenna una città famosa in tutto il mondo. La Capitale del mosaico,
ultima capitale, nel V secolo, dell’Impero di Occidente, invita a
scoprire nelle sue Basiliche e nei suoi Battisteri il più ricco
patrimonio di mosaici antichi dei secoli che altrove si dissero “bui”
(V e VI sec. d.C.). Per il grande significato delle sue immagini
religiose, Ravenna compete con le più suggestive città d’Oriente e
d’Occidente, da Costantinopoli a Gerusalemme, passando per Roma.
Ben otto sono gli antichi edifici ravennati che compaiono nella
lista Unesco sotto la voce “Patrimonio dell’Umanità”:
il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano,
Sant’Apollinare Nuovo, il Battistero degli Ariani, la Cappella
Arcivescovile, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di San Vitale
e Sant’Apollinare in Classe. Otto gioielli impreziositi dai
mosaici, con la sola eccezione del l Mausoleo di Teodorico.
Ravenna delle torri campanarie, dei mausolei e dei chiostri monastici è
una città quasi santa, dal tocco artistico quasi divino, abbondante ed
eterogeneo. Una città romana, gotica, bizantina, ma anche medioevale,
veneziana e infine contemporanea, civile e ospitale, letteraria e
musicale. Basta citare il prestigioso Ravenna Festival, evento di musica sinfonica ma non solo, che anima le estati ravennati dal 1990, o anche i nomi di Dante, che ha qui il suo sepolcro e Boccaccio, che vi ambientò alcune sue novelle.
Potremmo citare anche Klimt, che dalla bellezza di Ravenna trasse dichiaratamente ispirazione, o anche Hermann Hesse
che, dopo averla visitata, dedicò alla città alcuni versi. Artisti e
poeti dovettero apprezzare, oltre le atmosfere eleganti di una città
d’arte, i paesaggi conturbanti di un ambiente immerso nella natura. Una
magnifica pineta e un lungo lido sabbioso corrono infatti per
chilometri sul mare Adriatico.
Gli importanti monumenti di Ravenna, solidi e imponenti, sono traccia
visibile del ruolo che la città ha svolto in passato, durante varie
epoche, come polo politico, culturale e commerciale. Tre volte capitale
– dell’impero romano d’occidente, di Teodorico re dei Goti e
dell’impero di Bisanzio in Europa – la città conserva oggi un primato
artistico che ha nell’arte musiva la sua punta di diamante.
Nelle antiche Domus dei Tappeti di Pietra e del Triclinio,
due tra i siti archeologici più prestigiosi, è ancora possibile
ammirare resti della pavimentazione in tarsia di marmo o a mosaico con
raffinate geometrie e inserti figurati in tessere policrome.