Basta poco per ritrovarsi in uno dei più belli e meno conosciuti paradisi tropicali dell’Africa. Dalla capitale Asmara si raggiunge Massawa, la città portuale più importante lungo la costa, da qui ci si imbarca alla volta delle isole Dahlak e il sogno può cominciare.
Parte dell’Arcipelago delle Dahlak è riserva nazionale, denominata “Parco Nazionale Marino delle Dahlak”, e non potrebbe essere altrimenti vista la preziosità dell’ambiente naturale che accoglie più di mille specie differenti di pesci e del famoso “reef”. Vale la pena citare alcune delle varietà che è impossibile trovare in nessun altro bacino marino del pianeta: gli “snapper”, i lucci, gli “sweetlips”, i pesci unicorno e i fucilieri, i pesci farfalla, pesci angelo, razze e murene, i pesci giraffa, il pesce pappagallo, il pesce chirurgo e il pesce cardinale, cinque tipi di tartarughe tra cui le famose “Hawksbill” (tartaruga embricata) e la tartaruga verde, molte specie di delfini tra cui la “sousa” dell’Oceano Indiano e la “stenella tropicale”.
Solo quattro isole sono abitate e la popolazione vive di pastorizia, allevando cammelli e capre. Rarità faunistiche, come il curioso dugongo (o bue marino, mammifero erbivoro che può raggiungere anche il peso di una tonnellata) ed emozioni paesaggistiche rendono il posto davvero speciale. Specie se si è appassionati di snorkeling e immersioni. Sulle spiagge ci si imbatte tranquillamente in graziosi branchi di granchi e, tuffandosi nel mare, di una trasparenza senza eguali, si scorgono fondali incontaminati ricchissimi di ogni sorta di molluschi, coralli, echinodermi, ricci e stelle marine. E’ bene sapere che la temperatura dell’acqua oscilla tra i 27 e i 29 °C (sono pertanto consigliate per le immersioni mute tropicali da 3 mm). Le isole ideali per lo snorkeling sono la Green Island, anche la più accessibile a soli 10 minuti di barca da Taulund Island (Massawa), e le isole Entrea e Harat caratteristiche per le formazioni di corallo duro e molle ma, in ogni caso non adatte a un eventuale campeggio.
Isole e isolotte, ciascuna un gioiello a parte. Nell’isola più grande, Dahlak Kebir, popolata da antilopi e gazzelle, ci sono otto villaggi e anche un albergo a “tukul”. Nell’isolotto di Dur Ghella prolifera il pesce pappagallo e il pesce d’angelo dell’Arabia (“the orangeface”) mentre Dohul è l’isola migliore per avvistare il dugongo.
Tra le meraviglie del mondo sommerso del Mar Rosso d’Eritrea fanno parte anche alcuni relitti di navi, ormai parte integrante dell’habitat dell’arcipelago. Si pensa vi siano circa 67 relitti subacquei al largo delle isole, di cui solo alcuni possono essere visitati. Tra questi la Nazario Sauro, nave utilizzata per il servizio di collegamento tra l’Italia e le sue colonie in Africa, Somalia ed Eritrea. La nave affondò durante il conflitto mondiale nel 1941 ed oggi è “visitabile” a una profondità di 39 metri. All’interno si trovano una moltitudine di pesci e attorno, data la poca luce, è cresciuto in maniera spettacolare il corallo.