La città sembra vivere il paradosso del comunismo che diventa consumismo.
Vanno infatti a ruba i prodotti monocolore e austeri che riempivano il
commercio della Germania Est: dalle sigarette F6 (sorta di Nazionali in
versione marxista-leninista), alla Vita Cola la risposta rossa alla
famigerata bibita gassata. Ma il suo aspetto esteriore, come è noto,
sta radicalmente e velocemente cambiando. Una nuova generazione di
architetti ha saputo negli ultimi anni dare un volto inedito a questa
città infinita, in memoria di un passato che non si deve nascondere ma
che viene costantemente evocato attraverso la memoria nel presente.
Una città paralizzata da quaranta anni di divisione ha saputo rivestire
egregiamente il suo nuovo ruolo di capitale riunita: è stata portata a
Berlino la sede del Parlamento e del governo, numerose ambasciate e
organizzazioni, nonché industrie tedesche e straniere, stanno tuttora
trasferendo le loro sedi nella nuova capitale. Oggi che la maggior
parte dei progetti edilizi è stata portata a termine, Berlino ospita
molti elementi urbanistici ed architettonici nuovi ed innovativi. Ma la
straordinaria forza di Berlino risiede soprattutto nelle persone che in
queste nuove e vecchie architetture stanno portando vita e calore,
facendo della città un universo in continua crescita e fortemente
policulturale, dove l’armonia sembra risiedere proprio nei contrasti.
Da un lato continua a vivere il rigore classico e formale di un paese
che ha conosciuto nella propria storia momenti di magnificenza nella
politica così come nella cultura, dall’altro la capitale tedesca, al
pari delle altri metropoli nord europee quali Londra o Parigi, è
riuscita ad amalgamare bene i nuovi influssi creativi che i suoi
intraprendenti abitanti trasformano quotidianamente in ricchezza
intellettuale ed economica. Molti giovani hanno avuto modo, grazie ai
tanti nuovi spazi che la riunificazione ha portato, di avviare attività
in proprio: studi di design, boutique di moda e locali polifunzionali. Iniziative che hanno permesso alla città di tornare a vivere alla grande.
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