La Sardegna sembra essere la regione perfetta per vivere un soggiorno a pedali, tra sport ed attrazioni culturali. Le amministrazioni locali hanno, infatti, deciso di puntare molto sull’economia che gira intorno al mondo della due ruote, progettando una rete ciclabile di 2.700 chilometri. L’investimento ammonta a circa 8 milioni di euro, i quali permetteranno di rendere concreti numerosi progetti incentrati sulla mobilità dolce entro il 2019.
L’iniziativa lanciata dall’isola del Bel Paese vuole portare alla giusta valorizzazione del territorio in tutte le stagioni dell’anno e non più solamente durante l’estate. Il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru è convinto che questo nuovo corso “a pedali” porterà benefici a tutta l’isola: “Crediamo moltissimo in questa iniziativa, una grande scommessa per il turismo sostenibile diffuso nel territorio e meno concentrato ad agosto: la rete ciclabile isolana può essere un’azione concreta nella direzione dell’obiettivo destagionalizzazione. Con questo progetto possiamo comunicare ai nostri turisti che si può raggiungere la Sardegna anche senza automobile, scegliendo una modalità di viaggio praticabile da un punto di vista ambientale ed ecologico”.
Il progetto individua le sedi dei percorsi, tutti con bassa intensità di traffico e ad alto valore paesaggistico: strade comunali, provinciali e campestri, ferrovie dismesse e centri urbani. A questi si aggiungono i sentieri gestiti dall’Ente foreste, le tratte di servizio dei canali irrigui e quelli proposti dagli enti locali e dalle associazioni. Insomma, il percorso ciclabile isolano prevede la connessione di tre dorsali, quella centrale dal capoluogo a Porto Torres, l’occidentale Cagliari-Oristano-Castelsardo, e quella orientale attraverso Muravera-Arbatax e Olbia. Inoltre, grazie alle osservazioni dei Comuni e delle associazioni, sono state tracciate ben 65 varianti. L’ampio riscontro degli enti locali alla proposta della Regione conferma il forte interesse del territorio per un nuovo turismo ecosostenibile ed a ritmo slow. Per maggiori informazioni cliccare su www.bikeitalia.it