Pubblicato il

Orto di Nemo, l’insalata cresce sott’acqua

Un esperimento di agricoltura in fondo al mare apre le porte a scenari futuribili di coltivazioni subacquee

Piante sottomarine
 thinkstock

Dimenticate la pala, il forcone, il cappello di paglia. Il contadino del futuro infilerà la muta da sub e imbraccerà le bombole, per calarsi nelle profondità marine e prendersi cura della sua insalata. Uno scenario fantascientifico? Non esattamente, perché esperimenti condotti negli ultimi due anni hanno dimostrato che coltivare in fondo al mare è possibile: Orto di Nemo è il nome dell’esperimento condotto dall’ingegnere ed esperto subacqueo Sergio Gamberini, che è riuscito a coltivare basilico e tre tipi di insalata sui fondali marini liguri.

Leggi anche: La torre acquatica che ospita la biodiversità

Per la precisione ci troviamo a 30-40 metri di profondità nell’area marina di Noli Ligure, e l’orto sottomarino altro non è che una piccola serra, una sorta di biosfera di materiale vinilico trasparente, dentro la quale hanno trovato un habitat ideale le foglioline profumate emblema della Liguria a tavola. Anzi, gli studi condotti di recente hanno dimostrato che le proprietà organolettiche del basilico subacqueo sono addirittura migliori di quello coltivato sulla terra. I vantaggi delle biosfere sono diversi: all’interno di esse la climatizzazione e l’umidità sono stabili, la temperatura è di circa 25 gradi e non vi sono escursioni termiche violente, la fotosintesi clorofilliana avviene comunque perché i raggi solari a quelle profondità raggiungono comunque le piante, e questo permette di mantenere buoni livelli di ossigeno e anidride carbonica all’interno delle serre. Inoltre, non occorre annaffiare, perché nella biosfera il sale dell’acqua marina evapora e rimane solo una condensa di acqua dolce, fattore che apre a scenari futuri per aree dove non vi sono sorgenti idriche sufficienti a garantire ampie coltivazioni (infatti il primo paese rivelatosi interessato a proseguire l’esperimento su larga scala è l’Arabia Saudita). E come se ciò non bastasse, le piante che crescono nel mare non vengono attaccate da parassiti e insetti, cosa che permette una coltivazione completamente biologica non essendo necessario alcun pesticida. Ancora, sotto il mare le piante non sono soggette a mutamenti climatici repentini, come tempeste improvvise o periodi di siccità.

Leggi anche: Cinque terre, culla della biodiversità marina

Jules Verne lo aveva profetizzato con le sue ‘Ventimila leghe sotto i mari’, anche se la sua fantasia si era spinta ‘solo’ fino alle alghe: per ora lo scenario della coltivazione subacquea è ancora alla fase germinale, ma i primi esperimenti dell’Orto di Nemo hanno dimostrato che non è né assurdo, né impensabile. Bisognerà comprendere le possibilità su larga scala, anche dal punto di vista di impatto sull’ecosistema marino, ma per ora i test fanno ben presagire.