Cinquant’anni fa ci provò Amsterdam. Centinaia di bici bianche vennero messe a diposizione dei cittadini per una sera d’estate. Chiunque poteva usarle, in assoluta libertà. Non c’era bisogno di pagare una tariffa né di fornire un documento. Era la “provocazione n.5” degli studenti olandesi, i “Provos”, che contestavano così l’uso dell’automobile e suggerivano un modo alternativo, più pulito e più economico, per spostarsi in città. Il piano fu mandato a monte dalla polizia, ma le “bici bianche” divennero un simbolo che segnò indelebilmente un’epoca.
Il Bike Sharing a cui si sono affidate parecchie città europee, è un servizio a pagamento: occorre pagare una tariffa, lasciare le proprie generalità, riportare la bici in un determinato posto. Qualche decennio dopo quella provocazione ha dato buoni frutti, ma è stata un po’ imbrigliata nelle norme e nelle prassi burocratiche. E spesso metropoli che cercano di adeguarsi agli spostamenti green, non ottengono buoni risultati. È il caso di Roma che si è vista rubare centinaia di biciclette con un conseguente flop milionario.
Ma c’è una cittadina che ha deciso di tentare di nuovo la via del buon senso civico riproponendo quell’iniziativa olandese. Il Comune è quello di Rovereto, in provincia di Trento. Una città che si sta distinguendo in questi ultimi anni per il suo impegno a favore della sostenibilità ambientale: qui c’è la sede del Progetto Manifattura, una sorta di “factory” dell’imprenditoria internazionale della “green economy”; e questa è la città che ha inventato, tre anni fa, la Notte Verde, una lunga kermesse nel centro storico tutta dedicata ai temi dell’ambiente.
Rispetto all’esperienza dei Provos olandesi, le bici non saranno bianche ma colorate interamente di verde e di giallo (i colori della città). Per il resto, le modalità saranno le stesse: le biciclette saranno lasciate in città a disposizione di chiunque, 24 ore su 24 e non saranno richiesti soldi né documenti. Le bici non saranno legate: chiunque potrà prenderle e usarle per tutto il tempo che vorrà. Al termine potrà lasciarle dove vuole (purchè nel territorio del comune). Una sola avvertenza: fare in modo che altri possano trovarle agevolmente per poterle utilizzare.
Il progetto è innovativo e ambizioso. Intende promuovere l’uso della bicicletta per gli spostamenti in particolare in centro, invogliando all’uso della due ruote in modo semplice e spontaneo, puntando sul senso civico dei cittadini. Un approccio che ha suscitato grande interesse anche all’estero, come a Berlino che ha deciso di provare a sua volta a introdurre questo servizio in città.
Lo scorso anno sono state 20 le biciclette messe a disposizione dal Comune, utilizzate liberamente per tutta la stagione estiva. A fine stagione sono state riconsegnate tutte, tranne una: segno anche di una attenzione al bene comune. E’ possibile sostenere il progetto contribuendo ad aumentare il numero delle BicInGiro. Chi lo desidera può infatti donare una bicicletta che sarà allestita e dipinta dalla Riciclofficina e messa in circolazione insieme alle altre “colleghe” a due ruote.
Il progetto ha anche una importante valenza sociale. Le biciclette infatti sono assemblate e colorate da una cooperativa roveretana, la Riciclofficina appunto, che offre lavoro a ex senzatetto. Sarà la stessa cooperativa a provvedere nei prossimi mesi alla manutenzione delle biciclette e alla loro eventuale riparazione.