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Gli angeli italiani al Maxxi di Roma

I 150 caduti in missioni di pace all’estero dal 1950 al 2013 ricordati in un progetto artistico e storico presso il museo capitolino

Maxxi di Roma
La Presse
Arte e memoria vanno di pari passo in un affascinante progetto esposto al museo Maxxi di Roma. Sì perché il tessuto culturale cittadino, si presta, per la prima volta dalla nascita della Repubblica, a ricordare i propri morti in battaglia. Parliamo di 150 vite spente in diverse parti del mondo, durante le note missioni di pace all’estero, a partire dal 1950 fino al 2013, i cui nomi non sono spesso ricordati con il dovuto cordoglio.

Per questo motivo l’artista Flavio Favelli, ha deciso di dedicare loro un’esposizione semplice e d’impatto che vuole sottolineare il potere dell’arte di farsi antidoto all’oblio e alla perdita di senso collettivo. In Gli Angeli degli Eroi, il nome prende spunto dal ricordo che venne dedicato a Luca Sanna, il militare italiano ucciso in Afghanistan nel 2011, dai propri famigliari, l’artista progetta una lapide commemorativa atipica commissionata da MAXXI arte diretto da Anna Mattirolo, che sarà visibile all’interno degli spazi del Museo, dal 2 aprile al 7 giugno 2015.

Come sottolinea Favelli, l’Italia sembra avere un rapporto contraddittorio con la propria storia recente: “L’Italia, a differenza di altri paesi europei, ha un rapporto contraddittorio e sofferto con il suo esercito che è spesso percepito come un ente estraneo e lontano, mai reale (…)” scrive Favelli. “Le notizia dei militari caduti all’estero hanno dato ai soldati volti di persone normali, spesso giovani, con le loro storie quotidiane e le loro immagini, ritratti in divisa ma anche nella vita civile e quotidiana (…) Il mondo della guerra rimane immutabile e aleggia sospeso, fra le parentesi del fascino delle marce marziali e l’orrore dei morti di ogni conflitto”.

E allora, un progetto semplice, come l’esposizione di un elenco di caduti, diventa punto di partenza per una riflessione più ampia sulla considerazione e sul rapporto che i cittadini intrattengono con i propri membri dell’Esercito. E non in un luogo qualunque, ma in una hall speciale, dove arte e memoria possano convivere nel segno del ricordo più intenso. 

 

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