Pubblicato il

Energia pulita. Qualcosa si muove

E’ uscito il Renewables 2005: Global Status Report, il più completo monitoraggio sulla produzione di energie rinnovabili nel mondo. Un centinaio di ricercatori fanno il punto della situazione.

Energia

Tutti vogliono tornare alla natura…ma nessuno vuole tornarci a piedi. Dopo essere stata una battaglia di trincea e poi una nicchia solo per verdi militanti, l’ecologia sta ora diventando trendy. Fa molto radical-chic riciclare, differenziare i rifiuti e dichiararsi in difesa dell’Amazzonia. Tuttavia il rischio è che si tratti più di una moda che di reale presa di coscienza. Per fortuna, mentre l’opinione pubblica e la politica sembrano indossare un abito di comodo senza crederci granchè, il mercato potrebbe portare alla vera rivoluzione energetica.

E’ uscito il Renewables 2005: Global Status Report, il più completo monitoraggio sulla produzione di energie rinnovabili nel mondo. Un centinaio di ricercatori sotto la guida del WorldWatch Intitute di Washington hanno fatto il punto della situazione. I risultati sorprendenti dicono che la tecnologia energetica cresciuta più in fretta nel mondo è quella fotovoltaica (solare): l’energia elettrica da fotovoltaico è aumentata del 60% all’anno tra il 2000 e il 2004. Segue a ruota l’energia eolica, che cresce del 28% dallo scorso anno.

Che sia un bene per il clima non è certo una notizia. Ormai lo sanno pure gli alberi di non gradire il petrolio. Le energie rinnovabili sono l’unica via d’uscita praticabile ai terremoti climatici e all’inquinamento provocati dai combustibili fossili. La notizia semmai è il grande successo delle energie rinnovabili sul mercato: sono un settore in crescita che attira considerevoli denari. Pannelli fotovoltaici, impianti eolici, impianti a biomasse e bio-carburanti sono buoni investimenti, e non solo ecologicamente per il futuro del pianeta, ma anche in senso strettamente economico.

Gli investimenti totali in energie rinnovabili sono arrivati a 30 miliardi di dollari nel 2004, un record – con aziende come Siemens, General Electric e Sharp. E se il mercato alza il pollice, allora la faccenda comincia a farsi interessante, perché spesso sono state proprio le pastoie degli interessi economici a legare i polsi alle energie rinnovabili. Prendiamo ad esempio la ricerca di un’alternativa al petrolio. Negli Usa la ricerca ci lavora già dagli anni ’50, ma a quel tempo incontrò il veto delle case automobilistiche di Detroit. D’altronde la benzina allora costava circa 30 centesimi al gallone. Oggi è arrivata a 3 dollari al gallone, e anche per il mercato delle automobili la faccenda si fa pericolosa. In molti allora hanno deciso di investire nel Midwest, il granaio degli Stati Uniti, per produrre dal mais l’etanolo, il possibile sostituto della benzina. Ecco la catena: mais > amido > glucosio > etanolo > trazione. Nel giro di un anno in America ci saranno più di 100 centri di produzione di etanolo che nel 2004 ha rimpiazzato ben 3 milioni di galloni di benzina.

Il rapporto Renewables 2005 ci fornisce il dettaglio dello stato di salute delle politiche locali. Sono 48 i paesi che sostengono incentivi per le energia rinnovabili. In almeno 20 stati ci sono legislazioni che impongono una quota di bio-carburanti nelle benzine. A sorpresa i paesi all’avanguardia nel settore sono il Brasile (per il bio-carburante), la Cina (per l’acqua calda solare), la Germania (per l’elettricità solare) e la Spagna (per l’eolico). Anche negli Stati Uniti, nonostante il tira e molla sul protocollo di Kyoto, qualcosa si muove. In California una grande mobilitazione popolare, la “Vote Solar Initiative”, ha fatto approvare la legge “The California million solar roofs bill”, un milione di tetti solari. L’obiettivo è quello di installare, entro il 2018, 3000 megawatt di impianti fotovoltaici che produrranno elettricità equivalente alla produzione di 60 centrali termoelettriche tradizionali. La legge impone ai costruttori di realizzare abitazioni polarizzate: entro 13 anni la metà di tutte le nuove abitazioni dovranno prevedere un tetto fotovoltaico.

Mentre altrove si lavora alacremente per la diffusione dell’energia solare, l’Italia perlopiù se ne sta sdraiata a prendere il sole. In realtà, a volte, qualcosa succede, ma non passando nei salotti televisivi, resta nella penombra dell’opinione pubblica. Ad agosto la legge sul conto energia e incentivazione è stata approvata dal Parlamento italiano. In base ad essa chiunque (pubblico, privato o azienda) produca energia elettrica fotovoltaica, sia che la consumi, sia che la convogli in rete, riceve un corrispettivo quasi triplo a quello pagato ora. Ovvero noi paghiamo oggi circa 0,18 euro /kWh per l’energia elettrica, mentre la tariffa a incentivo è di circa 0,45 euro/kWh. Più energia pulita si produce, più si guadagna, come già avviene in Germania e in Spagna.

Che il sole splenda e il vento soffi come non mai nei fili elettrici del nostro paese è un dato di fatto. Per capire come basterà andare a Genova dal 1 al 3 dicembre. Presso il Cotone Congressi, la Lega Ambiente organizza infatti la I edizione della mostra-convegno “SOLEeVENTO”.

Ad oggi i sistemi di energia alternativa solare, eolico, bio-masse e geotermico producono nel complesso appena 160 gigawatt d’elettricità, cioè appena il 4% dei 3.800 gigawatt di capacità generativa installata in tutto il mondo. Tuttavia gli investimenti, più delle idee, tracciano le tendenze del futuro. Le industrie collocano crescenti capitali sulle energie rinnovabili e allora poco importa che oggi l’ecologia sia solo una moda, che la politica ne gridi le ragioni solo per catturare voti. La vera rivoluzione energetica passa attraverso la presa di coscienza di una reale economicità delle nuove energie. Per quanto ai verdi più idealisti venga l’orticaria di fronte ad una simile conclusione. In fondo si può tornare alla natura anche in macchina.

____________________

Claudio Moretti, collabora con diversi programmi televisivi (tra cui “Cronache Marziane” e “Sfide”) e testate online. Ha realizzato il documentario “Teatro del silenzio” sul teatro sordo-muto.