Ultimamente se ne è parlato perché un professore tedesco, direttore di una clinica psichiatrica, l’ha consigliata come rimedio che potrebbe sostituire gli ansiolitici nei casi di necessità più blandi. La lavanda è una delle erbe più discusse dalla comunità scientifica (e non), oggetto di numerosi studi. La parte attiva della lavanda è l’olio essenziale, che sembra avere potere sedativo e rilassante (per certi muscoli). Sembra inoltre avere effetti antibatterici e antimicotici. Ma cosa sappiamo con certezza di questa erba profumata? Quali sono le virtù comprovate da ricerche e quali quelle solo presunte? Vi riportiamo il sunto che ne fa WebMD, magazine dedicato all’informazione medico-scientifica. L’intero report si può leggere a questo link.
La lavanda nella ricerca
Secondo il riassunto che ne fa WebMD tra i suoi possibili effetti (ovvero, supportati da alcune ricerche) c’è la capacità di combattere l’alopecia e la perdita di capelli. Nello specifico, vi sono prove che frizionare olio di lavanda, in combinazione con olio di timo, di rosmarino e di legno di cedro, possa stimolare la ricrescita dei capelli del 44% in 7 mesi. Per quanto riguarda l’ansia, alcune ricerche confermano che assumere prodotti derivati dall’olio di lavanda migliora questo stato in 6-10 settimane (anche se in relazione all’insonnia esistono risultati discordanti). I risultati confliggono sull’efficacia della lavanda come ansiolitico se assunto attraverso l’aromaterapia.
Ancora, 2 gocce di olio di lavanda 3 volte al giorno possono ridurre notevolmente la crescita delle afte. Diminuendo anche il dolore e accelerando la guarigione. A proposito di dolori, anche quelli legati al ciclo mestruale sembrano alleviarsi con massaggi aromaterapici o inalandone i vapori. Lo stesso, vale per dolori post operatori. Curiosamente, esistono ricerche che collegano la lavanda alla prevenzione delle cadute accidentali negli anziani. Uno studio ha verificato che, dopo aver applicato delle fettucce di tessuto imbevuto di olio di lavanda al colletto degli abiti, le cadute nelle case di riposo prese in esame si è ridotto del 43%.
Non è stata riscontrata alcuna efficacia scientificamente comprovata di riduzione del dolore in caso di cancro. Le evidenze sono insufficienti per quanto riguarda la cura di pruriti ed eczemi, per dolori tipo coliche, per ritardare gli effetti della demenza. Ancora, non ci sono dati certi sull’efficacia nei di depressione. E nemmeno contro la fatica. La lavanda non è in grado di abbassare la pressione arteriosa, lenire fastidi da menopausa, emicranie, osteoartrite e infezioni dell’apparato auricolare.