Gli chef li trovano offensivi, i nutrizionisti li additano, le coppie li trovano poco romantici. Ma i più pigri li amano. Tutti contro i surgelati, considerati tanto comodi quanto poco nutrienti. Ma su questo punto si sbaglia. Secondo un nuovo studio è semplicemente un problema di immagine. Il cibo congelato, infatti, è in realtà un bene. Lo dice la Frozen Food Foundation. E sebbene siano obiettivamente di parte, pare sia tutto vero.
I ricercatori, nonché tre nutrizionisti non coinvolti nello studio, sostengono che, a volte, frutta e verdura presi dal reparto freezer hanno molte più sostanze nutritive rispetto agli alimenti freschi. Sono sopratutto ricchi di potassio, fibre, vitamina D e calcio. Lo studio, presentato dal Dr Maureen Storey della American Society for Nutrition, ha analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey.
La nutrizionista Lara Metz ha sottolineato che i prodotti surgelati sono un’ottima alternativa a quelli freschi.
“Sono congelati alla massima maturazione, e hanno molte vitamine e antiossidanti”, spiega. E Tammy Lakatos Shames, rinomata nutrizionista, sostiene che in alcuni casi i prodotti del reparto frigo sono anche più sani di quelli presi dal reparto frutta e verdura. Per una ragione molto semplice. Questi ultimi, infatti, “sono esposti all’aria, alla luce e al calore, e ognuno di questi fattori potrebbe contaminarli”, sottolinea Tammy.
E se il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense e il Dipartimento di salute e servizi umani degli Stati Uniti definiscono calcio, potassio, fibra alimentare e vitamina D essenziali per la nostra salute, ben venga il supporto “sottozero” che li comprende. Il Dr Storey aggiunge: “Oltre all’aumento del consumo di sostanze nutritive, i consumatori di surgelati hanno anche una maggiore quantità di vitamine A e C”.
Una cosa va però sottolineata. La ricerca è stata fatta in America, che non segue assolutamente il nostro regime alimentare, quello mediterraneo. E che non ha la nostra disponibilità nel reperire il “verde” che fa tanto bene. L’obiettivo deve essere sempre il solito: saper leggere un’etichetta, per stabilire quali sostanze contengano quello che mangiamo e per stabilirne la provenienza. Ci vuole, come al solito, un piccolo sforzo. E un minuto del nostro (preziosissimo) tempo in più.