La ricetta originale prevede metà vodka e metà succo di pomodoro, con aggiunta di spezie. Ma il Bloody Mary può essere anche gustato con la frutta. Magari di colore rosso, per tener fede al colore di questo drink famoso in tutto il mondo. L’origine del Bloody Mary risale al celebre barman Fernand Petiot, conosciuto come Pete. La carriera di Pete partì a Parigi presso il New York Bar divenuto poi Harry’s Bar negli anni ’20.
Bloody Mary: un mito nato nei primi del 900
Oltre quella di Parigi, si parla della nascita del cocktail anche nel 1939, quando l’attore George Jessel, a Palm Beach, prese il nome di B. Mary perché i primi due clienti a cui venne preparato erano di Chicago, dove dissero esisteva un bar chiamato Bloody Bucket e a lavorarvi vi era una cameriera chiamata Mary, da tutti soprannominata “Bloody Mary”.
Nel 1934 il cocktail guadagnò popolarità con l’aggiunta di salsa di rafano. Il tabasco fece la sua comparsa qualche anno dopo. Il periodo era a cavallo del proibizionismo, probabilmente perché la vodka era di difficile reperibilità, questa venne sostituita da Pete con il gin di più facile reperibilità. Per quanto riguarda l’aggiunta della gamba di sedano, avvenne nel 1960, quando si racconta, qualcuno la utilizzò la prima volta per mescolare il drink. Vediamo allora la differenza tra l’originale Bloody Mary e la variante con il cocomero.
Bloody Mary: ricetta originale di Ferdinand Petiot
6 cl. di vodka
6 cl. di succo di pomodoro
4 prese di sale
2 prese di pepe nero
2 prese di pepe di cayenna
1 strato nel fondo del tumbler di Worcester sauce
1 spruzzata di succo di limone, ghiaccio tritato
Il tutto nello shaker viene agitato vigorosamente e servito nel tumbler senza ghiaccio.
Bloody Mary: ricetta al cocomero
4,5 cl. Vodka
1,5 cl. succo di limone fresco
9,0 cl. succo di cocomero fresco
Sale di sedano, pepe, gocce di tabasco, Worcester sauce.
Preparato nel tumbler alto con ghiaccio, servito con fettina di limone.