C’è un comune denominatore quando si parla di Saint-Exupéry, Dahl, D’Annunzio, Faulkner, Salter e Richard Bach: appartengono tutti alla folta falange di scrittori aviatori. E proprio l’autore del gabbiano più famoso del mondo non ha mai smesso di volare, in ogni senso. Richard Bach ha trovato la sua popolarità dopo il rifiuto di decine di editori che non erano interessati a pubblicare il suo “Jonathan Livingston Seagull”, noto in Italia come “Il gabbiano Jonathan Livingston”, ovvero la fiabesca storia di un gabbiano che vola non solo per procurarsi il cibo, ma soprattutto per amore del volo. Ma il tempo gli ha dato ragione e dopo decine di milioni di copie vendute in tutto il mondo il romanzo breve è entrato a buon diritto nel circuito dei libri cult, quelli presenti in ogni mensola di casa e di scuola, uno dei più conosciuti best seller a livello internazionale.
Per scriverlo, Bach ha messo a frutto le sue conoscenze di aviatore professionista, essendo stato arruolato nella United State Navy Reserve e poi nella New Jersey Air National Guard’s 108h Fighter Wing come pilota di un F-84 e il titolo stesso del libro, come dichiarato dall’autore, si rifà al pilota acrobatico John H. Livingston morto nel 1974. Solo nel 1972 il libro venderà un milione di copie ma Richard Bach non smette di volare, anzi. Viaggia in Irlanda dove prende parte alle sequenze di volo ripresenta film di Roger Corman “Vor Richthofen and Brown” e diventa un autore prolifico, pubblicando nei decenni a seguire numerose altre opere. Un altro punto di svolta arriva il 31 agosto del 2012, in seguito ad un brutto episodio che per molti può essere definito tragico, ma non per lui: rimane infatti coinvolto in un incidente aereo a San Juan Island, a Washington mentre era alla guida di un idrovolante che, in un tentativo di atterraggio, impatta contro un cavo elettrico schiantandosi al suolo.
A dispetto delle brutte fratture, del coma e della lunga riabilitazione, l’aviatore scrittore ha sempre considerato l’incidente come una benedizione, perché gli ha fatto capire molto della vita e della morte e gli ha consentito di andare avanti autopubblicando il sequel di “Illusioni” del 1977 sul web e aggiungendo, in una nuova edizione, un quarto capitolo inedito al Gabbiano Jonathan Livingston. A 46 anni dal suo esordio, dunque, si continua a volare con i gabbiani, inseguendo la metafora della vita con l’insegnamento di Jonathan che ci fa capire che non siamo incapaci o incompresi e che non serve seguire la maggioranza a scapito delle passioni: solo quello che più si ama da il vero senso della vita. Tutte le persone, se vogliono il successo, devono seguire le proprie passioni anche se rendono la vita più complicata: per Richard Bach e Jonathan la più profonda passione è il volo che, seppur pericoloso in alcuni ambiti, porta alla vera felicità.